· Città del Vaticano ·

All’Angelus dalla cappella di Casa Santa Marta nuovo accorato appello del Papa

A Natale
possa cessare il fuoco
su tutti i fronti di guerra

 A Natale possa cessare il fuoco  su tutti i fronti di guerra  QUO-291
23 dicembre 2024

Tacciano le armi e risuonino i canti natalizi nel mondo: specie in Mozambico, nella martoriata Ucraina,  in Terra Santa e in Medio Oriente


«Tacciano le armi e risuonino i canti natalizi! Preghiamo perché a Natale possa cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra»: lo ha detto il Papa all’Angelus di ieri, 22 dicembre, recitato — come reso noto alla vigilia dalla Sala stampa della Santa Sede — nella cappella di Casa Santa Marta. La decisione era stata motivata «a causa dell’intenso freddo, unito ai sintomi del raffreddore manifestatisi nei giorni scorsi» e «anche in vista degli impegni della prossima settimana» a partire dall’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro per l’inizio del Giubileo, in programma domani sera. A mezzogiorno il Pontefice ha guidato la recita della preghiera mariana introducendola con il consueto commento al vangelo domenicale, nella circostanza quello della quarta e ultima domenica di Avvento, durante la quale il Santo Padre ha anche rinnovato la tradizionale benedizione delle statuine del Bambinelli del presepio portate dai bambini del Centro oratori romani. Ecco la sua meditazione.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Mi spiace non essere con voi in Piazza, ma sto migliorando e si devono prendere le precauzioni.

Oggi il Vangelo ci presenta Maria che, dopo l’annuncio dell’Angelo, visita Elisabetta, sua anziana parente (cfr. Lc 1, 39-45), anche lei in attesa di un bimbo. Il loro è perciò l’incontro di due donne felici per il dono straordinario della maternità: Maria ha da poco concepito Gesù, il Salvatore del mondo (cfr. Lc 1, 31-35), ed Elisabetta, nonostante l’età avanzata, porta in grembo Giovanni, che preparerà la via davanti al Messia (cfr. Lc 1, 13-17).

Entrambe hanno tanto di cui gioire, e forse potremmo sentirle lontane, protagoniste di miracoli così grandi, che non si verificano normalmente nella nostra esperienza. Il messaggio che l’Evangelista vuol darci, però, a pochi giorni dal Natale, è diverso. Infatti, contemplare i segni prodigiosi dell’azione salvifica di Dio non deve mai farci sentire lontani da Lui, ma piuttosto aiutarci a riconoscere la sua presenza e il suo amore vicino a noi, ad esempio nel dono di ogni vita, di ogni bambino, e della sua mamma. Il dono della vita. Ho letto, nel programma “A sua immagine”, una bella cosa che era scritta: Nessun bambino è un errore. Il dono della vita.

Nella Piazza, ci saranno anche oggi delle mamme coi loro bambini, e forse ce n’è anche qualcuna che è in “dolce attesa”. Per favore, non restiamo indifferenti alla loro presenza, impariamo a stupirci della loro bellezza, come hanno fatto Elisabetta e Maria, quella bellezza delle donne in attesa. Benediciamo le mamme e diamo lode a Dio per il miracolo della vita! A me piace — mi piaceva, perché adesso non posso farlo — quando nell’altra diocesi andavo in bus, vedere che quando saliva sul bus una donna in attesa, subito le davano il posto per sedersi: è un gesto di speranza e di rispetto!

Fratelli e sorelle, in questi giorni ci piace creare un clima festoso con luci, addobbi e musiche natalizie. Ricordiamoci, però, di esprimere sentimenti di gioia ogni volta che incontriamo una madre che porta in braccio o in grembo il suo bambino. E quando ci succede, preghiamo nel nostro cuore e diciamo anche noi, come Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 42); cantiamo come Maria: «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1, 46), perché sia benedetta ogni maternità, e in ogni mamma del mondo sia ringraziato ed esaltato il nome di Dio, che affida agli uomini e alle donne il potere di donare la vita ai bambini.

Tra poco benediremo i “Bambinelli” — ho portato il mio: questo me lo ha regalato l’Arcivescovo di Santa Fé, è stato fatto dagli aborigeni ecuadoriani — i Bambinelli che voi avete portato. Possiamo chiederci, allora: io ringrazio il Signore perché si è fatto uomo come noi, per condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra esistenza? Io lodo il Signore e lo benedico per ogni bambino che nasce? Quando incrocio una mamma in dolce attesa, sono gentile? Sostengo e difendo il valore sacro della vita dei piccoli fin dal loro concepimento nel grembo materno?

Maria, la Benedetta fra tutte le donne, ci renda capaci di provare stupore e gratitudine davanti al mistero della vita che nasce.

Dopo l’Angelus il Papa ha lanciato appelli per la pace in Mozambico, da dove giungono notizie preoccupanti, per la martoriata Ucraina, la Terra Santa e tutto il Medio Oriente, in particolare per Gaza, denunciando la crudeltà di «bambini mitragliati» e «bombardamenti di scuole e ospedali». Quindi ha assicurato vicinanza ai «cittadini italiani che vivono in territori» in attesa di «bonifica a tutela della salute, come coloro che «hanno sofferto la recente tragedia di Calenzano», nei pressi di Firenze, con la morte di cinque operai avvenuta il 13 dicembre a causa dell’esplosione di un deposito di carburanti. Infine ha ricordato l’incontro avuto poco prima con i bambini e le loro mamme che frequentano il Dispensario pediatrico Santa Marta in Vaticano e ha benedetto i Bambinelli dei presepi portati dai bambini romani, esortando questi ultimi a non dimenticare i nonni soprattutto «in questi giorni» di festa.

Cari fratelli e sorelle!

Seguo sempre con attenzione e preoccupazione le notizie che giungono dal Mozambico, e desidero rinnovare a quell’amato popolo il mio messaggio di speranza, di pace e di riconciliazione. Prego affinché il dialogo e la ricerca del bene comune, sostenuti dalla fede e dalla buona volontà, prevalgano sulla sfiducia e sulla discordia.

La martoriata Ucraina continua ad essere colpita da attacchi contro le città, che a volte danneggiano scuole, ospedali, chiese. Tacciano le armi e risuonino i canti natalizi! Preghiamo perché a Natale possa cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra, in Ucraina, in Terra Santa, in tutto il Medio Oriente e nel mondo intero. E con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà; ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali... Quanta crudeltà!

Saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini. Saluto la delegazione di cittadini italiani che vivono in territori che da tempo attendono la bonifica a tutela della salute. Esprimo la mia vicinanza a queste popolazioni, specialmente a quanti hanno sofferto la recente tragedia di Calenzano.

Questa mattina ho avuto la gioia di stare con i bambini, con le loro mamme, che frequentano il Dispensario Santa Marta in Vaticano, portato avanti dalle Suore Vincenziane. Brave suore queste! Fra di loro c’è una suora che è come la nonna di tutti, la brava suor Antonietta, che ricordano con tanto amore. E a me questi bambini, erano tanti!, mi hanno riempito il cuore di gioia. Ripeto: “Nessun bambino è un errore”.

E ora benedico i “Bambinelli”, io ho portato il mio. Le statuine di Gesù Bambino che voi, cari bambini e ragazzi, avete portato qui e che poi, tornando a casa, metterete nel presepe. Vi ringrazio di questo gesto semplice ma importante. Benedico di cuore tutti voi, i vostri genitori, i nonni, le vostre famiglie! E per favore non dimenticatevi dei vostri nonni! Che nessuno rimanga solo in questi giorni.

E a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Che il Signore vi benedica. Buon pranzo e arrivederci!