· Città del Vaticano ·

Un corpo da riempire di Dio

 Un corpo da riempire di Dio  QUO-290
21 dicembre 2024

Nell’ultima domenica di Avvento troviamo l’ultima tessera del mosaico che ci ha fatto camminare, per queste domeniche, verso il Natale del Signore. Incontriamo la Vergine Maria che canta il Magnificat nella sua visitazione alla cugina Elisabetta. Quindi facciamo un tuffo dentro il cuore in festa di questa donna che ha appena accolto l’annunciazione di Dio e condivide la gioia con questa sua parente che era sterile e che si trova incinta anch’ella. La gioia di Maria, che Maria canta, nasce dall’essersi percepita una cosa molto piccola, come dicono già i profeti: «E tu Betlemme, così piccola […]». Ecco, Maria è questa creatura che si sente piccolissima davanti a Dio ma non ha paura di accogliere la grandezza della sua chiamata e soprattutto — come ci ricorda la Lettera agli Ebrei — Maria si rende conto che Dio, quando ci parla ed entra nella nostra vita, non vuole un sacrificio ma ci ha preparato un corpo, perché questo corpo possa portare frutto. E allora dice il suo “sì”. Maria è felice di questo, di aver interpretato correttamente la sua vita, il suo corpo davanti allo sguardo di Dio. Allora va dalla cugina e condivide questa gioia immensa che noi cantiamo tutte le sere nella Liturgia delle Ore, il canto del Magnificat: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Andando dalla cugina si sente dire queste parole: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Ecco, questa è l’ultima indicazione per avvicinarci al Natale. Tutti noi siamo un corpo, una terra, dove Dio mette il seme della sua Parola. A volte siamo tentati di non credere che possano succedere cose grandi in noi ma ciascuno di noi è una cosa piccola eppure chiamata a qualcosa di molto grande. Diventare un luogo dove la parola di Dio si compie e porta i suoi frutti. Allora possiamo davvero avvicinarci al Natale prendendo a prestito il cantico di Maria e ritornando a sperare che grandi cose il Signore le stia facendo anche nella nostra piccola vita, ma grande davanti ai suoi occhi.

di Roberto Pasolini