· Città del Vaticano ·

Dopo Natale comincerà il restauro della grotta di Betlemme

La nuova casa del Bambinello

 La nuova casa del Bambinello  QUO-290
21 dicembre 2024

Questo sarà l’ultimo Natale celebrato nella grotta di Betlemme, dove la tradizione colloca la nascita di Gesù, così come l’abbiamo conosciuta da centinaia di anni. Subito dopo il termine delle festività (l’ultimo “Natale” è quello degli armeni che ricorre il 18 gennaio) inizieranno infatti importanti lavori di restauro della grotta riguardanti l’intero spazio che racchiude tanto il luogo della nascita quanto la prospiciente mangiatoia. Un lavoro che concluderà un progetto più ampio denominato Bethlem Reborn, iniziato nel 2013 e che ha portato, in quasi dieci anni, alla risistemazione dell’intera basilica. Lavoro che ha avuto peraltro un grande rilievo archeologico per il ritrovamento di importanti reperti della prima basilica paleocristiana e delle successive ricostruzioni, tra cui quelle bizantina e crociata. Si ricorderà in tal senso la scoperta di una fonte battesimale della basilica eleniana e il noto mosaico dell’angelo mancante sulla volta, riscoperta che ha avuto risonanza mondiale.

Dell’intero progetto di risistemazione del sito si è potuta avere un’anticipazione nell’esposizione — curata dall’architetto Taisir Hasbun — allestita giorni fa negli spazi dell’aula Paolo vi in Vaticano. Mancava al completamento dell’intero progetto proprio la grotta della Natività. Ora, sulla base degli accordi intervenuti tra le Chiese latina, ortodossa e armena, la Bethlem Development Foundation e il ministero dei Beni culturali palestinese, i lavori potranno finalmente iniziare, al più tardi nei primi giorni di febbraio. Così come è stato per la basilica superiore, l’opera è stata affidata alla ditta italiana Piacenti, leader mondiale nel restauro di chiese e siti religiosi, che si avvarrà della collaborazione di manodopera locale e di centinaia di tecnici, restauratori e archeologi provenienti dall’Italia.

«Anche se si tratta di uno spazio limitato, circa 35 metri quadrati, il lavoro sarà abbastanza impegnativo», spiega il responsabile dell’azienda, Giammarco Piacenti: «Si interverrà innanzitutto sul soffitto, in gran parte annerito, tanto dai fumi delle lampade a olio che vi bruciano da secoli quanto dall’incendio che si sviluppò nel maggio del 2014. Il risultato sarà probabilmente la restituzione di un grigio più chiaro, che darà più luce all’intera grotta. Sempre sul soffitto dovremo lavorare a una verifica della stabilità della roccia che in alcuni punti presenta delle crepe probabilmente create dai terremoti dei secoli passati. Anche il pavimento di marmo verrà smontato, pulito e aggiustato dove è segnato dall’usura, nei contorni, e poi rimontato. Lo stesso vale per le due scale di ingresso e di uscita dalla grotta. Tutti gli addobbi e le stoffe verranno sostituiti con nuovi materiali ignifughi. La priorità — continua Piacenti — sarà quella non solo di restituire il sito a un’antica bellezza ma anche di garantire che i milioni di pellegrini che ogni anno vi accedono possano visitarlo in piena sicurezza». Per esempio, nel progetto è previsto che la piccola porta di accesso dei francescani sul fondo del locale possa essere attrezzata come ulteriore uscita di emergenza.

Il restauro vero e proprio riguarderà i due altari della mangiatoia e della natività, e dello splendido mosaico che vi è posto sopra. Come già avvenuto per la basilica verranno effettuati anche degli scavi archeologici: «Lo scopo principale sarà quello di capire quale fosse l’ingresso originario alla grotta, che doveva probabilmente essere abbastanza ampio per consentire l’ingresso anche agli animali. Noi pensiamo che dovrebbe essere stato sul lato sinistro della porta dei francescani, ma dovremo scavare seguendo la roccia per averne conferma».

Si farà il possibile per mantenere l’accesso dei pellegrini nella grotta durante il periodo dei lavori, sia isolando i singoli spazi d’intervento, sia pianificando intensi turni di lavoro notturno, ma anche limitando l’entrata dei visitatori a una fascia di due o tre ore nella mattinata. Il rendering dell’opera completata promette una visione di meraviglia che entrerà nel cuore di chi, da tutto il mondo, viene qui a cercare le origini della salvezza.

da Betlemme
Roberto Cetera