La consegna alla Curia romana nella tradizionale udienza per gli auguri natalizi
«A Gaza ieri sono stati bombardati dei bambini. Questo è crudeltà... non è guerra». Papa Francesco torna a denunciare il dramma della popolazione della Striscia, specie le sofferenze dei più piccoli, nel discorso alla Curia romana in occasione del tradizionale scambio degli auguri natalizi. Lo fa a braccio all’inizio del suo discorso nell’aula della Benedizione, prendendo spunto dal saluto rivoltogli dal cardinale decano, per poi tornare a parlare della stessa regione palestinese pronunciando il testo preparato e citando un antico maestro spirituale, Doroteo, originario proprio di Gaza. Del resto «quel luogo che adesso è sinonimo di morte e distruzione» spiega il Pontefice «è una città antichissima, dove nei primi secoli del cristianesimo fiorirono monasteri e figure luminose di santi».
Tema dell’allocuzione di quest’anno è “Bene-dite e non male-dite”, in cui il vescovo di Roma esorta i suoi più stretti collaboratori a essere «artigiani di benedizione», offrendo loro alcune coordinate per raggiungere tale obiettivo: anzitutto «la strada dell’umiltà» che consiste nell’esercitarsi «nell’accusare sé stessi» attraverso «l’abbassamento interiore». Un elogio dell’umiltà dunque, che deve andare di pari passo con la coerenza: «non possiamo scrivere benedizioni — dice rivolgendosi in particolare ai minutanti — e poi parlare male del fratello o della sorella. Rovina la benedizione», avverte.