· Città del Vaticano ·

Con i profughi del Myanmar tra paura e speranza
di cambiamento

This photo taken on December 6, 2024 shows people from Bahmo crossing a river as they arrive at ...
20 dicembre 2024
Essere prete oggi in Myanmar vuol dire una cosa molto semplice: stare in mezzo ai profughi, passare tempo con loro, ascoltarli, condividere le loro storie e sofferenze, donare una parola di speranza. Anche portare loro i Sacramenti come la Riconciliazione e l'Eucaristia. «Certo, oggi non possiamo restare ad aspettare nelle chiese o nelle sacrestie. Il nostro sarà un Natale tra i profughi e gli sfollati», racconta don Bernardino Ne Ne, un sacerdote della diocesi di Loikaw, nel nord del Myanmar, territorio nello stato birmano di Kayah, tormentato dalla guerra civile scoppiata nel Paese all’indomani del colpo di stato militare del febbraio 2021. La situazione vede ora il Paese spaccato: la zona centrale e le città principali sono sotto il pieno controllo della giunta; gli stati periferici e le aree di confine, ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati