· Città del Vaticano ·

Appello di Guterres nella Giornata internazionale. In Italia presentato il rapporto della Carta di Roma

Dai migranti un contributo alle comunità e all’economia

epa11783524 Several migrants are taken care of by the Red Cross upon their arrival at the port in ...
18 dicembre 2024

I milioni di migranti che attraversano il pianeta portano «un importante contributo alle comunità, alle economie e ai Paesi di tutto il mondo». Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in un messaggio in occasione dell’odierna Giornata internazionale dei migranti ha sottolineato il valore aggiunto di chi lascia il proprio Paese per spostare la sua vita altrove, ricordando però anche le sfide che queste persone molto spesso si trovano a dover affrontare.

Lo scorso anno si è assistito a livelli record di sfollati interni, all’aumento dei bisogni umanitari anche a causa di nuove crisi e poi, peggior dramma, si è calcolato che sia stato l’anno più letale mai registrato per i migranti, con oltre 8.500 persone morte sulle rotte migratorie di tutto il mondo. I migranti sono un valore aggiunto importante, ci ricordano le Nazioni Unite, poiché «svolgono un ruolo fondamentale nei mercati del lavoro, colmando le carenze di competenze, promuovendo l’innovazione e l’imprenditorialità e affrontando le sfide demografiche nelle società che invecchiano. I migranti stimolano la crescita economica e forniscono un'ancora di salvezza alle famiglie e alle comunità di origine, favorendo lo sviluppo». Eppure, queste stesse persone, come ricorda Guterres, devono affrontare «pregiudizi, discriminazioni, violenze e abusi veri e propri, fino all’inimmaginabile crudeltà del traffico di esseri umani». Sfide peraltro inasprite «dalla marea crescente della disinformazione e dei discorsi di odio che seminano divisioni e distorcono il prezioso contributo che i migranti danno ogni giorno». Su questo tema è stato incentrata oggi a Roma la presentazione del 12° rapporto dell’associazione Carta di Roma, realizzato insieme all’Osservatorio di Pavia e intitolato “Notizie di contrasto”. Un rapporto volto ad analizzare il trattamento riservato al tema dell’immigrazione dai media italiani. «Oggi sono 122 milioni le persone in fuga da conflitti e violenze, ma anche a causa di disuguaglianze economiche e di condizioni climatiche», ha spiegato ai media vaticani a margine dell’evento Filippo Ungaro, portavoce dell’Unhcr. «Il numero di migranti è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Occorre fare una riflessione e cercare di proporre una narrativa diversa di questo tema», ha aggiunto Ungaro.

A tal proposito il report ha evidenziato, per il 2024, «un calo significativo di attenzione per quanto riguarda le migrazioni rispetto al 2023. Si tratta di un calo del 42%. Una riduzione che merita qualche riflessione, perché può dipendere da un cambio dell’agenda con altre questioni», ha ammesso ai media vaticani Giuseppe Milazzo, ricercatore dell’Osservatorio di Pavia che ha curato la ricerca. «Altro elemento interessante — ha proseguito Milazzo — è l’aumento dell’interesse nei temi di economia, lavoro, società e cultura rispetto agli anni passati. Ciò è dovuto a fatti di cronaca drammatici che hanno visto come vittime i lavoratori migranti, come la vicenda di Satnam Singh, bracciante morto a Latina dopo un incidente, o gli operai del cantiere crollato a Firenze. Su di loro si è innescata una riflessione pubblica da parte delle alte cariche dello stato e della società civile».

Nel 2024 la parola simbolo dell’anno, secondo il rapporto, risulta essere “Albania”, in relazione all’accordo sui centri per migranti fuori dall’Italia. «Non è un caso che la parola scelta sia proprio questa. D’altronde si è parlato molto del protocollo legato alla questione dell’Albania. A volte se ne è parlato male e la questione è stata associata a una polarizzazione politica che va a discapito dei migranti», ha commentato in merito il portavoce dell’Unhcr, il quale ha sottolineato anche una situazione caratterizzata da “luci e ombre”, in quanto «ci sono diversi miglioramenti ma anche molto lavoro da fare. Si tratta di una narrazione ancora troppo polarizzata e strumentalizzata dalla politica. Occorre mettere in evidenza gli aspetti positivi e la narrazione positiva in merito ai migranti».

Altro elemento posto in rilievo dal rapporto è quello inerente alla percezione dell’immigrazione da parte della popolazione. In merito a questo, il 41% dei cittadini percepisce l’immigrazione come una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico. L’andamento simile delle curve di percezione e del numero di notizie sulle migrazioni seguono andamenti simili. Un fatto che, secondo il rapporto, segnala «una potenziale influenza del racconto mediatico sulla percezione di rischio associato alle migrazioni». Si ipotizza, dunque, una maggior permanenza nei media di cornici allarmanti, come “l’emergenza invasione” o la criminalità, che fanno aumentare l’insicurezza, piuttosto che situazioni di racconto positivo delle migrazioni (come l’accoglienza, l’economia e il lavoro).

Parlando di prospettive, Ungaro sottolinea l’importanza di «mantenere l'ottimismo alto e lavorare per una narrazione rispettosa dei diritti dei migranti ma anche dei fruitori di notizie, che devono poter esprimere la propria opinione attraverso la partecipazione civile». Una visione in linea con quella del curatore Milazzo, che riconosce «un panorama mediatico gigantesco in cui i fruitori devono imparare a muoversi, selezionando le notizie e creandosi un palinsesto». Una soluzione che passa, dunque, nelle mani di coloro che si affacciano ai media per informarsi sul tema dell’immigrazione. Luci e ombre in una giornata importante e in un contesto difficile in cui, per oltre 120 milioni di persone in fuga, la storia è tutta da scrivere.

di Matteo Frascadore