· Città del Vaticano ·

Dal presidente italiano Sergio Mattarella dalla Cei e dal Vicariato di Roma

Gli auguri al Pontefice
per il suo 88° compleanno

 Gli auguri al Pontefice  per il suo 88° compleanno  QUO-286
17 dicembre 2024

«Mentre molteplici focolai di guerra, anche in aree prossime all’Italia, continuano a provocare lutti e a lacerare il tessuto sociale di intere comunità, le Sue parole e i Suoi richiami costituiscono, per credenti e non credenti, un punto fermo cui guardare nei momenti di più profonda angoscia o di intima inquietudine». Lo scrive, in un messaggio a Papa Francesco in occasione del suo ottantottesimo genetliaco il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. «Con la predicazione coraggiosa, con l’intensa attività pastorale, con i numerosi viaggi apostolici, Vostra Santità ha ricordato, anzi, ha testimoniato l’anelito di ogni persona a una quotidianità vissuta in pace e concordia, nel segno della libertà, della solidarietà, del rispetto reciproco. A tale riguardo, particolarmente incisivo è il monito espresso nella Lettera enciclica Dilexit nos affinché il senso stesso della dignità umana non dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro», ribadisce il capo dello Stato. «Il Giubileo di cui è ormai prossimo l’inizio si aprirà nel segno de “La speranza non delude”, come riporta il titolo della Bolla con la quale Vostra Santità lo ha indetto. Possa questo richiamo alla concretezza della virtù della speranza — prosegue il presidente Mattarella — indurre tutti a compiere scelte coraggiose per la giustizia e il bene comune. Con tali auspici, La prego, Santità, di accogliere i più sentiti auguri della Repubblica Italiana, per il Suo compleanno e per le imminenti festività natalizie».

Anche la Presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) ha inviato al Papa un messaggio per l’occasione: «Nel giorno del Suo 88° compleanno vogliamo rivolgerLe un pensiero affettuoso e farLe giungere l’abbraccio di tutte le nostre comunità. Auguri di cuore!». «Più volte nel Suo Pontificato — prosegue il messaggio — ci ha richiamato all’importanza del cuore, quest’anno ci ha consegnato la Lettera enciclica Dilexit nos, una vera e propria bussola per il nostro mondo che sembra aver smarrito la rotta. Vogliamo allora impegnarci per tornare all’essenza, per riscoprire la forza propulsiva di bene che sgorga dai nostri cuori, “aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l’umanità verso un migliore destino”. (Gaudium et spes, 82). Vogliamo imparare da Cristo, Dio che ha scelto la tenerezza e la fragilità di un bimbo per “reinventare l’amore” laddove la capacità di amare è sopraffatta dall’individualismo, dalla cattiveria e dal disprezzo. Vogliamo ascoltare il battito della nostra gente, che a volte fa fatica a trovare ragioni per andare avanti e continuare a sperare. Vogliamo ricordare, cioè “portare nel cuore”, tutti coloro che sono ai margini, che non hanno voce, che sperimentano la solitudine, lo sconforto, la sofferenza. Vogliamo aprire la porta santa del nostro cuore per vivere al meglio il Giubileo, questo anno di grazia che ci viene donato, e per rendere la nostra Chiesa più missionaria e più accogliente, così come ci chiede il Cammino sinodale nazionale. Con questi sentimenti — conclude la Cei — Le assicuriamo la vicinanza e la preghiera delle Chiese in Italia».

Anche il Vicariato di Roma ha espresso un affettuoso e caloroso augurio. «La ricordiamo — si legge in un messaggio a firma del cardinale vicario Baldassare Reina — con profonda vicinanza spirituale in questa novena di Natale, invocando dal Signore abbondanti benedizioni su di Lei e sul ministero che con amore e dedizione svolge nella Chiesa di Roma e nell’intera comunità dei credenti. Con sincera gratitudine, rendiamo grazie per il suo illuminato magistero, che si rivela un dono prezioso e una sorgente di speranza per la Chiesa e per un’umanità spesso segnata da divisioni, conflitti e sofferenze. Nel rinnovare il nostro impegno a servizio dei poveri e dei diseredati — conclude — ci ispiriamo al suo esempio luminoso e alla sua instancabile testimonianza di fede e carità».