I cristiani siano
Tutti i cristiani hanno «la stessa responsabilità di offrire segni di speranza che testimoniano la presenza di Dio nel mondo»: lo ha detto Papa Francesco stamani, 16 dicembre, ricevendo in udienza, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico, una delegazione del Consiglio metodista mondiale, che associa circa 80 Chiese di tutto il mondo con 80 milioni di fedeli. I metodisti nascono nell’ambito dell’anglicanesimo ispirandosi all’insegnamento del predicatore del xviii secolo John Wesley. La Commissione internazionale metodista-cattolica si è riunita per la prima volta nel 1967 e l’ultima dal 22 al 27 settembre 2024 in Corea del Sud concentrandosi sull’ecclesiologia missionaria, sull’unità nella diversità e sulle esperienze locali di missione e unità. Nel 2025, per celebrare il 1700° anniversario del Credo niceno, la Commissione intende pubblicare un documento di sintesi sulla fede cristiana condivisa da cattolici e metodisti. La prossima plenaria dell’organismo si terrà a San Salvador dal 19 al 25 ottobre 2025. Di seguito, il saluto del Pontefice.
Cara Sorella, cari Fratelli, benvenuti!
È per me una gioia salutare il Vescovo Debra Wallace-Padgett e il Reverendo Reynaldo Ferreira Leão-Neto. Vi porgo i migliori auguri per l’inizio del vostro servizio come Presidente e Segretario Generale del Consiglio Metodista Mondiale.
Per lungo tempo, tra Metodisti e Cattolici, siamo stati estranei l’uno all’altro e anche sospettosi. Oggi però possiamo ringraziare Dio perché, da quasi sessant’anni, stiamo progredendo insieme nella conoscenza, nella comprensione e soprattutto nell’amore reciproco. Questo ci aiuta ad approfondire la comunione tra di noi.
Aprirci, aprirci gli uni agli altri ci ha avvicinato, facendoci scoprire che la pacificazione è compito del cuore: è un compito del cuore più che della mente, del cuore. Quando il Cuore del Signore Gesù tocca il nostro cuore, Egli ci trasforma. È così che le nostre comunità riusciranno a unire le diverse intelligenze e volontà per lasciarsi guidare dallo Spirito come fratelli. È un cammino che richiede tempo, ma dobbiamo continuare su questa strada, sempre orientati al Cuore di Cristo, perché è da quel Cuore che impariamo a relazionarci bene gli uni con gli altri e a servire il Regno di Dio (cfr. Lett. Enc. Dilexit nos, 28).
Il prossimo anno, i cristiani di tutto il mondo celebreranno i millesettecento anni dal primo Concilio ecumenico, Nicea. Questo anniversario ci ricorda che professiamo la stessa fede e, quindi, abbiamo la stessa responsabilità di offrire segni di speranza che testimoniano la presenza di Dio nel mondo. È «un invito a tutte le Chiese e Comunità ecclesiali a procedere nel cammino verso l’unità visibile, a non stancarsi di cercare forme adeguate per corrispondere pienamente alla preghiera di Gesù: “Perché tutti siano una sola cosa”» (Spes non confundit, 17). Mi viene in mente una cosa che diceva il grande Zizioulas, quel Vescovo ortodosso, cioè che lui già sapeva la data dell’unione, lui sapeva la data dell’unità: sarebbe il giorno dopo il giudizio finale! Ma nel frattempo, dobbiamo camminare insieme, come fratelli, pregare insieme, fare la carità insieme, e andare avanti insieme nel dialogo. Era grande questo Zizioulas!
Ringrazio i pastori e i teologi che hanno operato nella Commissione Mista Internazionale per il Dialogo tra il Consiglio Metodista Mondiale e la Chiesa Cattolica, e incoraggio i membri attuali a proseguire nello stesso impegno.
A voi, cara Sorella e cari Fratelli, grazie di cuore per questa visita. Rimaniamo uniti nella preghiera. Buon Natale!