· Città del Vaticano ·

L’arcivescovo Gallagher a Baku per la posa della prima pietra di una chiesa intitolata a san Giovanni Paolo ii

Fortificare la fede
e i legami di fratellanza

 Fortificare la fede e i legami di fratellanza  QUO-285
16 dicembre 2024

Papa Francesco «desidera rafforzarvi nella fede, accendere i vostri cuori con la carità e unirvi nel vincolo della pace, affinché possiate sperimentare pienamente l’amore duraturo di Dio e testimoniarlo fra tutti i popoli»: è il messaggio che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli stati e le organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato, ha portato alla piccola comunità cattolica di Baku, in Azerbaigian, dove ieri, 15 dicembre, ha celebrato la messa nella chiesa dell’Immacolata Concezione alla presenza fra gli altri del nunzio apostolico, arcivescovo Marek Solczyński. Il presule è in visita nel paese del Caucaso da venerdì scorso in occasione della posa della prima pietra di una nuova chiesa che sarà costruita nella capitale azera e sarà dedicata a san Giovanni Paolo ii .

Nella sua omelia monsignor Gallagher ha evidenziato che, nella terza domenica di Avvento, la Chiesa invita a rallegrarsi per l’imminente venuta del Signore, con l’esortazione dell’apostolo Paolo ad affidare, con preghiere e suppliche, «ogni preoccupazione e richiesta a Dio» che «dirige amorevolmente il corso della nostra vita. Anche in mezzo alle sfide e alle prove, questa certezza ispira coraggio e speranza perché Colui che ci tiene teneramente sotto la sua cura non abbandona mai il suo popolo», ha osservato, aggiungendo che «la gioia annunciata dalla liturgia odierna non si limita ai soli fedeli cattolici ma si irradia come segno profetico per tutta l’umanità, offrendo un raggio di speranza in un mondo spesso oscurato da conflitti e sofferenze». Con il pensiero rivolto a «quanti sono afflitti dal flagello della guerra», l’arcivescovo ha rimarcato che «la vera gioia nasce dal rinnovamento interiore e diventa testimonianza viva della salvezza offerta da Dio».

Ai fedeli cattolici in Azerbaigian, il segretario per i Rapporti con gli stati e le organizzazioni internazionali ha ricordato l’invito della liturgia a «incarnare la giustizia, la solidarietà e la semplicità di vita» e ha rivolto l’incoraggiamento a essere fedeli alla loro missione. «Accogliamo questa chiamata con la gioia e l’entusiasmo che scaturiscono dalla fede», ha proseguito il celebrante, assicurando preghiere e auguri di pace, prosperità e progresso al popolo azero.

Nel pomeriggio di sabato, 14 dicembre, monsignor Gallagher aveva partecipato, sempre a Baku, alla benedizione del terreno e alla posa della prima pietra della chiesa dedicata a san Giovanni Paolo ii . Il presule ha espresso gratitudine alle autorità azere per la concessione dell’area nella quale sarà edificata la nuova chiesa e ha rivolto un ringraziamento speciale al prefetto apostolico di Azerbaigian, monsignor Vladimír Fekete, «per il suo incrollabile impegno nel nutrire e rafforzare la comunità cattolica in questo paese» e «ai suoi confratelli sacerdoti e alle suore religiose, la cui inestimabile dedizione e servizio sono vitali per la vita di questa comunità. Insieme ai fedeli — ha sottolineato Gallagher — rappresentate una piccola ma profondamente incisiva presenza» che si distingue non solo per la proclamazione del Vangelo ma anche per le «significative iniziative sociali. Queste azioni sono una testimonianza vivente del vostro amore per gli altri», ha concluso, «e una fonte di ispirazione e incoraggiamento per molti».

Nel suo discorso, il segretario per i Rapporti con gli stati e le organizzazioni internazionali ha poi ricordato il viaggio apostolico a Baku, nel 2002, di Giovanni Paolo ii — primo successore di Pietro a visitare l’Azerbaigian — e le sue parole all’incontro con i leader religiosi e i rappresentanti della politica, della cultura e delle arti, specialmente quelle riguardo le tre grandi religioni qui presenti: ebraica, cristiana e musulmana: «Nonostante le differenze tra noi, insieme ci sentiamo chiamati a coltivare legami di reciproca stima e benevolenza», affermò Papa Wojtyła, mentre Francesco, il 27 novembre 2019, salutando i partecipanti a un seminario organizzato dalla Fondazione Nizami Ganjavi, ha ribadito che «la cultura del dialogo è la via maestra, la collaborazione è la condotta più efficace e la conoscenza reciproca è il metodo per crescere nella fratellanza tra le persone e i popoli» (cfr. Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune).

Ieri Gallagher ha partecipato a un incontro interreligioso con lo sceicco Ul-Islam Allahshukur Pashazade, Gran mufti del Caucaso. Oggi, 16 dicembre, si è svolta invece l’udienza dal presidente della Repubblica azera, Ilham Aliyev, seguita dall’incontro con il ministro degli Affari esteri, Jeyhun Bayramov. Quindi il rientro a Roma.

di Tiziana Campisi