Radici che parlano
Visioni, viaggio, silenzio, Parola, intelligenza, carità, umanesimo, speranza. Sono gli otto vocaboli che scandiscono il percorso di Parole Aperte - Lessico giubilare per il nostro tempo. Si tratta di un evento, suddiviso in otto incontri e in programma fino alla fine del 2025, promosso dalla Biblioteca Apostolica, una delle più antiche istituzioni culturali della Santa Sede, e dall’Istituto di Cultura e Formazione Antonio Rosmini in occasione dell’imminente Anno Santo.
La parola “visioni” ha guidato il primo incontro, apertosi nella giornata del 13 dicembre, nel Salone Sistino dell’istituzione vaticana nata nel cuore del Rinascimento. In questo tempo di Avvento proteso verso il Natale e l’Anno Santo, il termine “visioni” si allaccia in particolare alla speranza. Nella Bolla di indizione del Giubileo del 2025 Spes non confundit, il Pontefice sottolinea in particolare che «guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere».
Il primo incontro di Parole aperte è stato ritmato da letture scelte e dense riflessioni. Introducendo il ricco confronto, monsignor Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha sottolineato che gli incontri, nell’ambito di questa iniziativa, sono volti a «rafforzare la speranza» e ben si coniugano «con le attività della Biblioteca». «In un mondo che troppo spesso frammenta e divide, la cultura si rivela uno strumento di comprensione reciproca e di pace, un ponte prezioso capace di unire comunità e sensibilità diverse, facendo risuonare nel cuore di tutti il messaggio universale del Giubileo». Nell’intervista rilasciata a Vatican News monsignor Zani ha inoltre sottolineato che, in questo nostro tempo scosso da un disorientamento delle coscienze, visioni di potere offuscano la ragione e la riflessione.
Nel Salone Sistino, dove si è tenuto l’incontro, tutto richiama al valore del libro. In questa straordinaria cornice don Mauro Mantovani, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, ha detto che «le parole aperte» sono radici che parlano al nostro animo. Ciascuno dei vocaboli scelti rappresenta una chiave di lettura per leggere il nostro tempo e indirizza il cammino non solo della Chiesa, ma di tutta l’umanità. Rocco Pezzimenti, del Comitato scientifico del progetto Parole Aperte, ha sottolineato che tale iniziativa vuole essere un lievito, un fattore di crescita. Gennaro Colangelo, direttore artistico di Parole Aperte, ha ricordato l’impegno della Biblioteca Apostolica nella diplomazia culturale. L’incontro è proseguito con la relazione di Benedetta Papasogli, accademica dei Lincei, che ha intrecciato la parola visioni con le vite di santi e poeti mistici. E, soprattutto, con immagini che in varie epoche rappresentano esperienze mistiche.
Alle riflessioni hanno fatto da sfondo i testi recitati dall’attrice Claudia Gerini e dal coordinatore culturale di Parole Aperte, l’attore Emmanuel Casaburi. Parole che si sono alternate con le note e le melodie del maestro Raimundo Pereira Martinez, musicista e cantore pontificio. Il confronto letterario si è snodato attraverso il Medioevo per arrivare fino a oggi. Si è riflettuto, in particolare, attraverso le parole di santa Ildegarda di Bingen, morta nel 1179 e canonizzata da Benedetto xvi . Nelle pagine del suo libro Scivias dialoga idealmente con altri grandi autori dalla forte immaginazione. Altre suggestioni sul vocabolo “visioni” sono quelle suscitate da Dante Alighieri che nell’Inferno, il primo cantico della Divina Commedia, esprime, con parole sorprendentemente simili, sentimenti analoghi a quelli espressi dalla monaca tedesca.
Nei testi letti dello scrittore Giovanni Testori, vissuto nel xx secolo, le visioni sono quelle scaturite dal colloquio diretto con la morte. Le riflessioni, agganciate al nostro tempo, sono quelle diluite nei versi dalla poetessa Mariangela Gualtieri che interpreta la pandemia come un richiamo, per il mondo, ad arrestare la sua corsa cieca verso il nulla.
L’incontro è proseguito con la visita ad alcune opere che richiamano i temi della conferenza, tra cui un Evangelistario databile attorno all’anno Mille. Altri tesori sono quelli contenuti in un manoscritto, uno dei più significativi testimoni del Liber Scivias di Ildegarda di Bingen, realizzato tra il 1170 e il 1179. Tra le opere esposte anche il Liber trium virorum et trium spiritualium virginum: l’edizione, stampata per la prima volta a Parigi nel 1513, raccoglie scritti di vari autori mistici di epoche diverse. La speciale rassegna è proseguita tra le immagini dell’Apocalisse di Dürer. Il percorso espositivo proposto nel Salone Sistino si è concluso con l’opera di Tranquillo Marangoni, uno dei più importanti xilografi del Novecento, che contiene brani di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Testi e immagini e soprattutto “parole aperte” che interpellano il cuore dell’uomo.
di Amedeo Lomonaco