Essere sempre lieti
La terza domenica di Avvento si chiama “Gaudète”, perché risuona questo invito a rallegrarsi, ad essere sempre lieti nel Signore. Ci avviciniamo al Natale, e l’imperativo è quello di cominciare a gioire per questa cosa straordinaria che è l’incarnazione di Dio nella nostra umanità.
Tuttavia, non è sempre facile accordarsi all’invito di gioire, perché è un sentimento che, se non abbiamo, non possiamo tanto simulare. Allora è molto preziosa la domanda che ascolteremo nel Vangelo, dove le folle chiedono a Giovanni Battista: «Cosa dobbiamo fare?» E Giovanni dà consigli un po’ a tutti, che potrebbero davvero essere delle indicazioni preziose anche per noi, per rincamminarci verso la gioia, ad esempio se l’abbiamo perduta. Giovanni dice: “Condividete quello che avete. Avete due cose: datene una agli altri”. Ad altri dice: “Non esigete nulla, non pretendete, non vivete nelle aspettative di cose che non arrivano mai”. E ad altri ancora dice: “Non approfittatevi del vostro ruolo, non trattate male gli altri, ma usate bene quello che avete”.
Sono tutti consigli apparentemente molto distanti da quella che noi chiameremmo una gioia, una felicità. Eppure, forse è proprio da qui che dobbiamo ripartire. Se la gioia non ce l’abbiamo o talvolta la perdiamo, la strada per ritrovarla è sempre quella di ricominciare a fare piccole cose, che ci rimettono in equilibrio con noi stessi, con quello che Dio ci ha donato, e con gli altri. Allora arriva lo Spirito Santo e il fuoco, come promette Giovanni Battista, cioè allora arriva la gioia: quando noi rimettiamo in ordine la nostra vita, e ricominciamo a viverla secondo quelle che sono le sue esigenze principali. Addirittura, c’è questa promessa: che il Signore revocherà la tua condanna e disperderà i tuoi nemici.
Se noi ricominciamo a fare ciò che è bene, ciò che è giusto, ciò che ci aspetta, questa è la strada che ci può condurre poi anche a riscoprire la gioia di vivere e di attendere la venuta del Signore.
di Roberto Pasolini