· Città del Vaticano ·

Rose bianche per la Patrona delle Americhe

 Rose bianche per la Patrona delle Americhe  QUO-283
13 dicembre 2024

«Non sto forse qui io che sono tua Madre?». È questo il messaggio guadalupano, da portare nella vita di tutti i giorni nei momenti difficili come in quelli facili, ricordato ieri pomeriggio da Papa Francesco durante la messa nella basilica di San Pietro, presieduta in occasione della festa liturgica mariana in onore della patrona e madre delle Americhe. Il riferimento è alle parole pronunciate dalla “Morenita”, nel 1531, quando apparve all’indio Juan Diego sulla collina del Tepeyac, a nord di Città del Messico.

Davanti alla venerata immagine mariana, ai cui piedi erano state deposte rose bianche, il vescovo di Roma si è soffermato in preghiera prima di iniziare la celebrazione. Animato dai canti del coro della Cappella Sistina e di quelli dei Collegi Messicano e Pio Latino Americano, il rito è stato diretto dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, arcivescovo Diego Ravelli. Vi hanno partecipato numerosi fedeli delle comunità latinoamericane residenti nell’Urbe. Orazioni e letture sono state in portoghese e spagnolo. All’offertorio hanno presentato i doni fedeli originari dell’America latina, alcuni indossando abiti tradizionali. Insieme con Papa Bergoglio hanno concelebrato il cardinale agostiniano Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, e i vescovi Luis Manuel Alí Herrera, colombiano, segretario della Pontificia Commissione per la protezione dei minori, e Hilario González García, ordinario della diocesi messicana di Saltillo. Tra i concelebranti anche i cardinali Roche, Ouellet, Bertello e Baldisseri, undici presuli — tra cui gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, e Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali — e circa trecentocinquanta sacerdoti. Presente monsignor Fernández González, capo del Protocollo della Segreteria di Stato. Al termine è stata eseguita la celebre melodia “La Guadalupana”.