Fare rete contro povertà
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La povertà assoluta in Italia non diminuisce, anzi registra un leggero aumento aggravato dal parallelo incremento della solitudine dei più fragili e degli anziani. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha tracciato un quadro «realista ma non pessimista» nella conferenza stampa Più poveri ma anche più soli svoltasi ieri, 12 dicembre, nella sede romana della Comunità in via della Paglia. «Bisogna ricostruire le reti di solidarietà, amicizia e pace che si sono interrotte», è il messaggio su cui ha insistito Impagliazzo.
Il dato che spicca quest’anno, con il Natale e il Giubileo alle porte, è quello dell’aumento della solitudine, soprattutto per gli anziani e in particolare nel nord Italia. Un problema aggravato dalle condizioni di precarietà e dall’aumento del costo della vita: «Quasi cinque milioni di pensionati in Italia — ha affermato il presidente della Sant’Egidio — ricevono meno di 1000 euro al mese» e «due milioni di anziani vivono con la pensione minima di 615 euro»; ma ci sono anche «tanti italiani che vivono del lavoro povero o non sono occupati, per cui un italiano su dieci viene dichiarato in povertà assoluta ovvero non ha i mezzi necessari per vivere una vita dignitosa». Oggi circa 5,7 milioni di persone, pari al 9,7 per cento della popolazione italiana, vivono in povertà assoluta (sedici anni fa erano il 3,6). «Il 40 per cento degli anziani ultrasettantenni in Italia è solo», ha proseguito: «Essere soli in un’età della debolezza comporta problemi anche nei rapporti con le istituzioni, come a esempio nell’utilizzare lo Spid e gli altri mezzi tecnologici che servono per avere accesso ai servizi. Ci vuole accompagnamento e cura per queste persone».
Impagliazzo ha riscontrato poi l’esistenza di «un’emergenza abitativa molto significativa» rilanciando la proposta di una moratoria degli sfratti per l’Anno santo, come pure l’appello di Papa Francesco ad “aprire le case della Chiesa” a chi ne ha bisogno.
«Il problema di fondo della nostra società è che siamo una società di soli e di individui che ha smesso di pensarsi insieme», ha rimarcato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, rispondendo a una domanda dei media vaticani a margine dell’evento. È la crisi della famiglia, delle istituzioni, dei partiti politici e dei sindacati «che riunivano le persone in un progetto ideale: la Comunità di Sant'Egidio lavora per ricostruire nella nostra società il tessuto che si è sfilacciato. Il tempo del Natale, ma anche il Giubileo alle porte, deve essere l’occasione per un risveglio generale per passare dall’io al noi».
Tra i progetti concreti presentati dalla Comunità di Sant’Egidio c’è la guida Dove mangiare, dormire e lavarsi, una sorta di “Guida Michelin per i poveri”, che nel 2025 giunge alla 35ª edizione e con le sue 282 pagine offre indirizzi utili per chi vive in strada a Roma. «L’obiettivo è creare reti di prossimità: si tratta di una guida sempre più ricca, scritta dai tanti volontari ma arricchita anche dal contributo diretto dei senza fissa dimora», ha spiegato Impagliazzo. E per Natale, come da tradizione, la Comunità organizza i pranzi per i più poveri, che a partire da quello a Santa Maria in Trastevere vedranno coinvolte in tutta Italia 80.000 persone: «Ascoltando i poveri, come dice Papa Francesco, si capisce tanto della vita e si può incominciare a dare delle risposte».
Presenti in via della Paglia per la conferenza anche tanti “amici” della Sant’Egidio che vivevano in strada mentre oggi hanno un tetto grazie all’aiuto della Comunità. Come Pietro che dopo lo sfratto del padre ha vissuto otto mesi in strada alla Stazione Termini; accolto dalla Comunità ha vissuto dapprima quattro mesi a San Callisto, nel periodo invernale, poi tramite un progetto di co-housing gli è stata trovata una casa nella zona ovest di Roma dove ora divide le spese con i coinquilini. O come Luciano, ex alcolizzato del Quadraro, che ringrazia la Sant’Egidio perché viveva sotto un ponte con altre cinquanta persone: ora ha trovato finalmente un tetto dignitoso. Oppure Sergio, che conosce bene la differenza tra vivere su un marciapiede e in una casa riscaldata, e che incoraggia adesso i senza tetto a «saper accettare l’aiuto vitale delle altre persone».
Dal presidente Impagliazzo, infine, un appello affinché venga attuata la legge 33 del 2023, redatta grazie al lavoro del presidente della Pontificia accademia per la vita, monsignor Vincenzo Paglia, volta a migliorare la qualità di vita degli anziani attraverso misure innovative e integrate come le nuove forme di abitazione solidale. «Quello che noi chiediamo oggi è che venga implementata finalmente la legge 33, che è stata già approvata e finanziata, superando gli ostacoli economici, tecnologici e burocratici. L’articolo 3 della nostra Costituzione — ha concluso il presidente della Sant’Egidio — dice che questi ostacoli vanno rimossi: noi siamo qui, assieme a tanti cittadini italiani, per rimuovere ogni giorno questi ostacoli e chiediamo anche agli enti locali e allo Stato di fare la propria parte, di avvicinarsi di più ai cittadini poveri».
di Valerio Palombaro