· Città del Vaticano ·

Il tema della settimana
Le statistiche sul Collegio dopo il decimo concistoro del pontificato

Cardinali, la crescita
di Asia e Africa

 Cardinali, la crescita di Asia e Africa  QUO-282
12 dicembre 2024

Con il recente concistoro, il decimo del pontificato, Papa Francesco ha portato a 140 il numero dei cardinali con meno di ottant’anni e dunque aventi diritto a partecipare ad un conclave. Per l’occasione la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato una dashboard utile per comprendere numeri, statistiche e provenienza geografica dei principali collaboratori del Vescovo di Roma, da lui chiamati ad assisterlo in modo speciale nel compito di guidare la Chiesa universale.

Sono numeri che descrivono bene la realtà del collegio e la direzione che ha voluto imprimere l’attuale Pontefice.

Con la creazione cardinalizia dello scorso 7 dicembre, i cardinali elettori europei sono 55 (17 gli italiani, escludendo da questo conteggio il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e il prefetto apostolico di Ulaanbaatar Giorgio Marengo), i latinoamericani sono 22, i nordamericani 16, gli africani 18, gli asiatici 25, i porporati dell’Oceania 4.

Se torniamo al marzo 2013, al conclave che elesse Papa Francesco, vediamo che tra i 115 porporati gli europei erano 60 (28 gli italiani), i latinoamericani 19, i nordamericani 14, gli africani 11, gli asiatici 10, i cardinali dell’Oceania 1. Continuando il viaggio a ritroso, e prendendo in considerazione i 115 partecipanti all’elezione di Benedetto xvi , nell’aprile 2005, troviamo 58 europei (20 italiani), 20 latinoamericani, 14 nordamericani, 11 africani, 10 asiatici e 2 provenienti dall’Oceania. Infine, se guardiamo all’elezione di Giovanni Paolo ii , nell’ottobre 1978, dei 111 partecipanti al conclave gli europei erano 56 (gli italiani 25), i latinoamericani 19, i nordamericani 12, gli africani 11, gli asiatici 9 i cardinali dell’Oceania 4.

Un primo dato che balza agli occhi è la considerevole crescita del numero di cardinali provenienti dal continente asiatico: rimasto praticamente invariato nei 35 anni che separano l’elezione di Papa Wojtyła da quella di Francesco, sono attualmente più che raddoppiati passando da 9 a 25. Evidente, ma più contenuta, la crescita dei porporati africani, passati da 11 a 18.

Se invece ci si sofferma sul numero totale dei cardinali elettori europei, si potrebbe concludere che esso sia rimasto pressoché invariato (erano 56 nel 1978, sono arrivati a 60 nel 2013 e ora sono 55). A cambiare però sono le proporzioni: mentre dal 1978 fino al 2013 i porporati europei sono stati sempre più della metà dei votanti, oggi non è più così, perché sono scesi significativamente al di sotto della metà. Questo ridimensionamento numerico degli europei — in proporzione al totale dei cardinali con meno di ottant’anni — rappresenta dunque il terzo dato che emerge dalle scelte operate fino ad oggi nel pontificato. Sono dati che confermano il cammino intrapreso dalla Chiesa fin dallo storico concistoro del febbraio 1946, celebrato dopo quasi dieci anni in cui erano mancate le nuove creazioni cardinalizie mentre il mondo era sconvolto dalla guerra. In quella occasione Pio xii nominò 32 nuovi porporati, soltanto quattro di loro erano italiani, tanti quanti gli statunitensi; tre berrette erano andate alla Francia, tre alla Germania e tre alla Spagna; dei rimanenti quindici, due erano state assegnate al Brasile, e una a ciascuna delle seguenti nazioni: Argentina, Armenia, Australia, Canada, Cile, Cina, Cuba, Inghilterra, Mozambico, Olanda, Perú, Polonia e Ungheria.

Fu quella la prima vera internazionalizzazione del collegio cardinalizio: una tendenza continuata fino alle proporzioni odierne con le scelte del Papa che proviene «quasi dalla fine del mondo».

di Andrea Tornielli