· Città del Vaticano ·

Condannati i tre imputati
del processo sulla gestione dei fondi del Coro
della Cappella Sistina

 Condannati i tre imputati  del processo sulla gestione dei fondi  del Coro della Cappella Sistina  ...
11 dicembre 2024

Con la condanna di tutti e tre gli imputati termina, dopo un anno e mezzo, il processo sulla gestione finanziaria del Coro della Cappella Musicale Pontificia (Sistina). Il Tribunale vaticano, presieduto da Giuseppe Pignatone — che dal 31 dicembre cesserà l’incarico per raggiunti limiti d’età —, ha concluso ieri, 10 dicembre, il procedimento penale, avviato il 24 maggio 2023, con una sentenza di primo grado che condanna l’ex direttore monsignor Massimo Palombella a 3 anni e 2 mesi di reclusione, 9 mila euro di multa e interdizione dai pubblici uffici per un tempo pari alla durata della pena detentiva; l’ex direttore finanziario Michelangelo Nardella a 4 anni e 8 mesi di reclusione, 7 mila euro di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici; e la moglie di Nardella, Simona Rossi, a 2 anni di reclusione, 5 mila euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Peculato, riciclaggio e truffa i principali capi di accusa a carico dei due allora vertici del Coro responsabile del servizio musicale nelle celebrazioni liturgiche in Vaticano, divenuto nel tempo ente autonomo che si esibisce anche in concerti in giro per l’Italia e il mondo.

Il sacerdote salesiano e il responsabile dell’amministrazione sono stati condannati, infatti, anche per abuso d’ufficio continuato per condotte relative all’organizzazione dei concerti in favore di importanti aziende italiane.

Nell’ambito del procedimento è stata, inoltre, ordinata, a carico di Nardella, la confisca, anche per equivalente, di 123.646,21 euro; ancora a Nardella e monsignor Palombella, in solido tra loro, sono stati confiscati 127 mila euro, oltre a interessi e rivalutazione, quale profitto del delitto di abuso d’ufficio; e a carico di Nardella e la consorte, in solido tra loro, sono stati confiscati 29.699,02 euro.

I tre imputati sono stati poi condannati al risarcimento delle spese processuali; assolti, invece, da alcuni reati per insufficienza di prove o perché il fatto non sussiste.

di Salvatore Cernuzio