· Città del Vaticano ·

Sono almeno 150 milioni in tutto il mondo. Lo rileva l’Unicef nel suo ultimo rapporto dedicato alla registrazione delle nascite

Bambini fantasma

On 4 July 2024, Taslima Begum, a dedicated 35-year-old teacher in the ABAL project at Dungria, ...
11 dicembre 2024

La mancata registrazione alla nascita è ancora oggi uno dei più grandi ostacoli alla tutela dei diritti dell’infanzia. L’Unicef, in occasione del suo 78° anniversario, ha pubblicato un rapporto con le statistiche aggiornate sul numero dei bambini registrati dal 2019 ad oggi. Il dato generale è certamente incoraggiante: sono oltre 500 milioni i bambini registrati nel mondo negli ultimi 5 anni. In termini percentuali il dato globale si attesta al 77% con una crescita di due punti percentuali rispetto al 2019, anche se tra questi bambini almeno 50 milioni non sono in possesso di un certificato di nascita.

Un documento essenziale — fa notare Unicef — che è fondamentale per acquisire la nazionalità, prevenire l’apolidia e garantire che i bambini possano godere dei loro diritti fin dalla nascita. A livello regionale è l’Africa sub-sahariana ad essere rimasta indietro e rappresenta la metà dei bambini non registrati al mondo (90 milioni).

Le ragioni della mancata registrazione sono le più varie: dal debole impegno politico, alle lunghe distanze e, in alcuni luoghi, alla discriminazione basata su genere, etnia o religione.

Il rapporto riconosce anche che alcuni Paesi hanno ottenuto risultati significativi. Il Botswana ha raggiunto la registrazione universale delle nascite, mentre la Costa d'Avorio ha superato il 90%. Anche Rwanda, Sierra Leone e Tanzania hanno mostrato miglioramenti sostenuti nell'ultimo decennio.

«Nonostante i progressi, troppi bambini rimangono non contati e non censiti, di fatto invisibili agli occhi del governo o della legge», ha dichiarato Catherine Russell, direttrice generale dell’organizzazione. «Ogni bambino ha il diritto di essere registrato e di ricevere un certificato di nascita, in modo da essere riconosciuto, protetto e sostenuto». (stefano leszczynski)