· Città del Vaticano ·

Il cardinale segretario di Stato a Milano per un incontro all’Università Cattolica del Sacro Cuore

Parolin: in Siria
ci possa essere un futuro
di rispetto per tutti

TOPSHOT - Young Syrians sit together at a spot overlooking the northern Syrian city of Aleppo on ...
10 dicembre 2024

Preoccupazione per quanto accaduto «così rapidamente» in Siria, dove un regime che sembrava così solido è stato «spazzato via». La speranza è che chi subentrerà al potere possa creare «un regime rispettoso di tutti». Sono i sentimenti che il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, esprime guardando alla Siria, dopo la caduta del presidente Assad per mano dei ribelli e mentre è in corso oggi a Damasco, nel palazzo del governo, la riunione per formare il nuovo governo di transizione.

Il cardinale è a Milano per un incontro all’Università Cattolica del Sacro Cuore dal titolo “Studi per il dialogo. Premio di ricerca Al Issa per gli studi arabo islamici”, durante il quale viene presentato il grant di ricerca promosso dal segretario generale della Lega musulmana mondiale Muhammad Al-Issa, destinato a giovani ricercatori, per studi volti ad approfondire il tema della cultura arabo-islamica. «Una buona occasione per continuare a costruire ponti» con il mondo musulmano, commenta Parolin con i cronisti che, a margine dell’evento, lo interpellano sull’attualità del mondo. In primis gli sconvolgimenti delle ultime 72 ore in Siria. «Credo che tutti siamo preoccupati di quello che sta accadendo in Siria anche per la rapidità con cui si sono svolti questi avvenimenti. È difficile capire cosa stia succedendo», sottolinea il segretario di Stato. «A me fa impressione che un regime che sembrava così forte, così solido, nel giro di poco tempo sia stato, completamente spazzato via».

Il cardinale invita alla prudenza: «Vediamo adesso quali scenari si aprono… Forse è un po’ prematuro anticipare», dice, sottolineando che «abbiamo avuto qualche anticipazione sul rispetto delle comunità cristiane, quindi noi speriamo davvero che ci possa essere un futuro di rispetto per tutti». L’auspicio «è che anche quelli che subentrano cerchino di creare un regime aperto a tutti e rispettoso di tutti».

La Santa Sede prosegue intanto la sua opera di dialogo e diplomazia, pur non avendo «ruoli formali», chiarisce il cardinale. In Ucraina, ad esempio, «non è stato avviato nessun tipo di negoziato formale, però approfittiamo di tutte le situazioni per cercare condizioni che permettano di avviare un dialogo e risolvere un problema nel senso del cessate il fuoco, nel senso della liberazione degli ostaggi in Medio Oriente, nel senso degli aiuti umanitari ecc. Questi sono tutti gli ambiti su cui ci stiamo muovendo».

di Salvatore Cernuzio