· Città del Vaticano ·

Presieduta dall’arcivescovo Ulrich la messa con il rito di dedicazione dell’altare

Restituita al popolo di Dio

 Restituita al popolo di Dio  QUO-279
09 dicembre 2024

È attraverso il raro e antico rito dell’unzione con il crisma che l’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, ha dedicato l’altare maggiore della cattedrale di Notre-Dame durante la messa inaugurale di ieri, 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, seconda domenica di Avvento. Spargendo l’olio benedetto sul raffinato altare di bronzo, prima di incensare l’assemblea, il presule ha consacrato così il luogo più centrale della cattedrale, essendo il precedente altare andato distrutto nel fuoco. Ora contiene un nuovo tesoro, le reliquie di cinque santi legati in un modo o nell’altro alla Chiesa di Parigi, come san Charles de Foucauld, Catherine Labouré o il martire rumeno Vladimir Ghika, di origine ortodossa. Veglieranno sulla cattedrale risorta dalle fiamme, come quelli invocati nella litania recitata dai centosettanta sacerdoti che hanno concelebrato la funzione.

«Questa mattina il dolore del 15 aprile 2019 è cancellato», ha detto l’arcivescovo nella prima liturgia celebrata all’interno della cattedrale restaurata e ripulita. Liturgia con la quale ha finalmente preso possesso della sua cattedrale, essendo stato nominato a Parigi tre anni dopo l’incendio. Cinque anni dopo quella devastazione, le rive della Senna hanno ritrovato i fedeli con il cuore più leggero e rassicurato, nonostante la pioggia e il vento, così forte quasi a voler allontanare per sempre le fiamme.

La ferita è guarita. All’interno della cattedrale, la meraviglia raggiunge il punto più alto grazie alla vertigine del gotico e al luccichio delle vetrate, le cui esplosioni di colore rimbalzano sulle pianete dei preti. Lo testimoniano anche gli sguardi dei 2500 invitati presenti ai festeggiamenti nel fine settimana. Credenti o non credenti, sono molti gli occhi alzati al cielo di Notre-Dame, alcuni anche velati dalle lacrime. Sentimenti di emozione e di speranza trasmessi da monsignor Ulrich: «Ogni burrone sarà colmato, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; i passaggi tortuosi diventeranno diritti, i luoghi impervi saranno spianati; e ogni essere vivente vedrà la salvezza di Dio», ha detto nell’omelia. Presenti il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, la moglie Brigitte, alcuni capi di Stato rimasti nella Ville Lumière dopo la cerimonia del giorno prima. «Lascia la tua veste di tristezza e di miseria, Notre-Dame, e indossa per sempre la veste della gloria di Dio, avvolgiti nel manto della giustizia di Dio», ha aggiunto il presule, invitando tutti a lasciarsi condurre «alle gioie più grandi, al dono più bello che Dio fa della sua presenza amorosa, della sua vicinanza ai più poveri, della sua forza trasformatrice nei sacramenti. Lasciatevi abbagliare da Dio», ha proseguito Ulrich, lungamente applaudito all’uscita della cattedrale e sul sagrato dal clero della città.

Alla messa erano presenti l’arcivescovo emerito di Parigi, Michel Aupetit, che ha vissuto direttamente la catastrofe, il predecessore, cardinale André Vingt-Trois, il nunzio apostolico in Francia, arcivescovo Celestino Migliore. Hanno partecipato inoltre diversi rappresentanti di Chiese orientali e ortodosse per porsi accanto alla Madonna in questo giorno a lei dedicato. Fra essi, il cardinale patriarca di Antiochia dei Maroniti, Béchara Boutros Raï, il delegato del patriarca ecumenico Bartolomeo, metropolita Emmanuel di Calcedonia, e il patriarca della Chiesa ortodossa copta, Tawadros ii . Una presenza ecumenica di cui il vicario episcopale incaricato dell’unità dei cristiani si è detto profondamente rallegrato, quanto il poter fare nuovamente ingresso a Notre-Dame: «Mi sembra di tornare a casa, ma è stata ripulita. È la stessa Chiesa Madre, ma è stata trasfigurata con i suoi giochi di luce, la ricomparsa dell’organo e il popolo di Dio che la riempirà d’ora in poi».

Non potevano mancare infine loro alla messa inaugurale: i fedeli, i malati, i poveri, i volontari venuti insieme a sei associazioni invitate dall’arcivescovo. Tra essi Prisca, volontaria dell’Ufficio cristiano per le persone disabili, che ha definito quello di oggi “l’evento del secolo”: «Non ho volutamente guardato alcuna foto prima di questo fine settimana», sorride con i media vaticani, dicendosi commossa e piena di gratitudine. «Dio invita i più piccoli e accoglie i più fragili. Le nostre comunità accolgono le persone vulnerabili. Noi che abbiamo una disabilità abbiamo qualcosa da dire al mondo, quindi la nostra presenza è particolarmente gradita», fa eco Florence, che lavora anch’ella per il medesimo ufficio.

Un segno della vicinanza alle persone vulnerabili, lontano dai tappeti diplomatici e dalle raffinatezze mondane, è stata l’iniziativa dell’arcidiocesi di Parigi di un buffet con centocinquanta poveri della città. Il momento si è svolto dopo la messa sotto le arcate del Collège des Bernardins.

da Parigi
Delphine Allaire