Imparare da Maria
Nella seconda domenica di Avvento quest’anno celebriamo la solennità dell’Immacolata Concezione. È un grande aiuto per il nostro itinerario di preghiera perché in Maria noi vediamo una creatura tutta aperta al dialogo con Dio e alla capacità di fare la sua volontà. Sappiamo che Maria è liberata dal peccato originale, anche dalle sue conseguenze. Come ci ricorda la lettura della Genesi, la grave conseguenza del peccato è che l’uomo si nasconde e ha paura di Dio. Perché il peccato è questo: è l’allontanamento da Dio. Maria non ha paura di Dio e, quindi, si apre alla sconcertante possibilità di ascoltare la sua Parola e accoglierla, fino a diventare la Madre di Dio, fino a generare nel suo corpo il Figlio di Dio. Ora, quello che ha vissuto Maria è una condizione unica ma anche noi cristiani, attraverso il battesimo, siamo diventati — come ci ricorda Paolo — santi e immacolati di fronte a Dio, capaci cioè di dialogare con Lui e di fare la sua volontà. Allora possiamo davvero imparare, ascoltando l’esperienza di Maria, come fare anche noi. Quando l’Angelo si presenta a Maria, la Vergine si mette in dialogo con la Parola di Dio: «Come avverrà questo?». È la domanda di qualcuno che si sta incuriosendo, che si sta appassionando a quanto Dio le dice. E, dopo aver accolto la grandezza, la bellezza di questa chiamata, Maria dice: «Eccomi. Avvenga secondo la tua Parola». Va bene, ci sto: dà un assenso pieno, felice, gioioso e l’Angelo si allontana da lei. Anche questo particolare è molto bello, perché quando noi ascoltiamo la voce di Dio ci fa un po’ paura, ma se lo interroghiamo capiamo che possiamo dire il nostro “sì”. E a quel punto siamo liberi; possiamo diventare pienamente responsabili della nostra vita con libertà e con creatività. Anche questo ci ricorda la solennità dell’Immacolata Concezione.
di Roberto Pasolini