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Bailamme

Dicembre: la luce nel buio

 Dicembre: la luce nel buio  QUO-277
06 dicembre 2024

«Dicembre. Fa freddo e secco. Sento i morti che si avvicinano a noi, sento le ossa delle foglie morte fare rumore sotto i piedi di luce. L’inverno fa il lavoro dei grandi maestri: semplifica». I mesi, le stagioni, secondo Christian Bobin, ammaestrano. Qual è la lezione dell’ultimo mese dell’anno? Nel calendario romano questo mese, il decimo come indica il suo nome, chiudeva l’anno iniziato a marzo; e c’è un arco che lega marzo a dicembre, come coglie in questi versi lo scrittore americano Oliver Herford: «Siamo più vicini alla primavera / di quanto siamo stati nel mese di settembre, / Ho sentito un uccello cantare / Nel buio del mese di dicembre». Forse è questa la lezione: oltre, anzi dentro il buio di questo mese, che nell’emisfero boreale è il più oscuro di tutti trovandosi all’opposto del luminoso giugno, c’è un uccello che canta... proprio come tanti poeti hanno cantato, lì dove la notte è più buia l’alba è più vicina. Una luce è nascosta, è «sotto i piedi» come intuisce Bobin, pronta a esplodere di nuovo da sotto la coltre del freddo. Anche dicembre, come i suoi undici fratelli, è ricco di luci e di ombre. C’è, ad esempio, un vento impetuoso a dicembre, come canta Samuel Coleridge («Vieni, vieni tu, vento rapace di dicembre! / E soffia, soffia via le foglie secche dall’albero!»), ma anche una calma placida secondo Sandro Penna: «Come è bella la luna di dicembre / che guarda calma tramontare l’anno». C’è ad esempio, spesso, la neve a dicembre, ma il suo manto che tutto copre non è funebre, bensì fecondo come recita un antico proverbio: «Dicembre nevoso, anno fruttoso».

Il frutto nuovo e potente che la religione cristiana ha posto a dicembre è ovviamente la nascita di Gesù, a Betlemme. In una notte buia, nel fondo di una caverna, nasce Cristo, luce del mondo. E gli angeli cantano in questa notte gloriosa. Nasce come ogni bambino nato da donna: nudo, bisognoso di tutto, fragile. Il Re dell’universo. Forse dicembre è il mese più paradossale di tutto l’anno. dicembre, che è diventato il mese del Natale. Un Natale, che osserva lo scrittore Charles Bukowski, guastato dal consumismo: «È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese». La luce che splende nel buio di dicembre riscalda e accende i cuori, altrimenti il rischio è quello di sentire, come ricorda Bobin, «le ossa delle foglie morte fare rumore». 

di Andrea Monda