· Città del Vaticano ·

Presentato il nuovo direttivo della Rete Mondiale di Preghiera del Papa

Rinnovare il cuore
per attuare
la missione della Chiesa

 Rinnovare il cuore  per attuare la missione della Chiesa  QUO-276
05 dicembre 2024

Rinnovare la preghiera, fulcro «della missione della Chiesa», partendo da una trasformazione intima «del nostro cuore», perché lì risiede tutto il bene, ma anche il male, delle nostre società. Si insedierà sotto questi auspici il nuovo direttivo della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, nata nel 2014 dalla rifondazione dell’Apostolato della Preghiera ed istituita come Opera Pontificia da Francesco nel 2018.

I nuovi vertici sono stati presentati questa mattina presso la Sala stampa della Santa Sede, introdotti da padre Frédéric Fornos, gesuita, che concluderà il suo mandato come direttore internazionale della Rete a fine anno. Nella circostanza sono stati anche ricordati i traguardi raggiunti dall’Opera nel suo decimo anno di attività.

Essa è attiva in tutto il mondo attraverso 90 team nazionali, animati da una missione che Fornos ha definito «semplice»: ovvero «mobilitare i cattolici attraverso la preghiera e l’azione, per affrontare le sfide dell’umanità e della missione della Chiesa». Tra i progetti innovativi lanciati in questi anni, il gesuita ha ricordato la piattaforma di preghiera Click To Pray e il Video del Papa, tradotto in 23 lingue, dove Francesco commenta la sua intenzione di preghiera ogni mese.

A succedere a padre Fornos, da gennaio 2025, sarà il confratello Cristóbal Fones Claro, cileno, 49 anni, che ha espresso il desiderio di contribuire «non solo alla diffusione di quest’Opera, ma soprattutto alla comprensione della sua enorme profondità». Analogamente, sono stati presentati anche i due vicedirettori internazionali: Bettina Raed, laica argentina di 55 anni già direttrice regionale della Rete nel suo Paese e in Uruguay, e Miguel Pedro Melo, gesuita portoghese di 38 anni, già collaboratore dell’ufficio nazionale dell’Opera nel Paese europeo.

Intervistato dai media vaticani ai margini dell’incontro, padre Fones Claro ha notato le «tante sfide» che la Rete sarà chiamata ad affrontare, stimolata dal «dolore della gente», condiviso non soltanto nei Paesi in guerra, ma anche nelle famiglie di ogni nazione. Raggiungere la comunità globale in tutte le sue sfaccettature diventa possibile, secondo il gesuita, comprendendo come il cuore e la missione della Chiesa dispongano di valori universali, che richiedono tuttavia una «disposizione speciale».

Da parte sua il gesuita padre Federico Lombardi, membro del Consiglio di amministrazione della Rete, ha evidenziato nel suo breve intervento il rilancio delle attività dell’Opera in «forme nuove», anche digitali, per renderle più accessibili e vicine anche ai giovani. Un concetto ribadito anche ai media vaticani, rimarcando come il «supporto tecnico» debba sempre rimanere «al servizio dello Spirito».

I messaggi di monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, e di suor Nathalie Becquart, sottosegretaria del Sinodo dei vescovi e anche lei parte del Consiglio di amministrazione della Rete, hanno invece posto l’attenzione sulla natura «sinodale» dell’organismo: «Una ricerca di creatività spinta verso la missione» della Chiesa.

di Edoardo Giribaldi