· Città del Vaticano ·

Gli interventi dell’arcivescovo Peña Parra, inviato del Pontefice alla celebrazione di apertura

La Chiesa ha bisogno
delle confraternite

 La Chiesa ha bisogno delle confraternite  QUO-276
05 dicembre 2024

In mezzo ai cambiamenti e alle sfide contemporanee «la Chiesa ha bisogno in modo particolare» delle confraternite e della pietà popolare «per portare l’annuncio del Vangelo della carità a tutti, percorrendo cammini antichi e nuovi». L’ha detto l’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, ieri 4 dicembre, aprendo a Siviglia come inviato speciale del Pontefice la celebrazione del ii Congresso internazionale di “Hermandades y Piedad Popular”.

È per questo — ha proseguito nel suo intervento sul tema “Camminare nella speranza” — che le confraternite, «radicate nel solido fondamento della fede in Cristo», con la molteplicità di doni «e la vitalità che le contraddistingue», devono continuare «a diffondere il messaggio della salvezza nella società, facendosi presenti nelle molteplici frontiere della nuova evangelizzazione».

L’arcivescovo venezuelano ha ricordato i valori fondamentali caratterizzanti nel corso dei secoli la pietà popolare, che ha portato i fedeli uniti nelle confraternite ad avere sempre «Cristo come pietra angolare della loro esistenza e missione», diventando così veri testimoni della speranza cristiana.

Citando Francesco, quando dice che «tutti i cristiani sono chiamati alla santità nelle loro attività quotidiane», Peña Parra ha sottolineato che le confraternite hanno il compito di essere testimoni di questa santità nella società. E dato che la fraternità è un antidoto all’individualismo moderno, «le confraternite, come comunità di fede, devono promuovere l’amore fraterno, l’aiuto reciproco e il sostegno nei momenti di difficoltà».

Il sostituto ha riconosciuto che le confraternite e le corporazioni «affrontano la sfida di rimanere rilevanti, soprattutto tra le generazioni più giovani e quelle che si sono allontanate dalla fede». Tuttavia, le pratiche di pietà popolare, essendo espressione della devozione cristiana, «possono essere una fonte di consolazione e speranza per la società, e un mezzo per avvicinare le persone a Cristo».

Rimarcando che le confraternite hanno la missione di essere testimoni del Vangelo nella società, l’inviato speciale del Papa ha ricordato che in America Latina, ad esempio, esse «hanno svolto un ruolo cruciale nell’evangelizzazione e nella preservazione dell’identità culturale delle comunità locali». E ha riproposto le parole del Papa nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, per spiegare che «le forme proprie della religiosità popolare sono incarnate, perché sono scaturite dall’incarnazione della fede cristiana in una cultura». Quest’ultimo aspetto conferisce loro una grande forza evangelizzatrice, come riconosce anche il Documento di Aparecida, che definisce la pietà popolare «un modo legittimo di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa, e una forma di essere missionari». Si costituisce così «una potente confessione del Dio vivo che agisce nella storia e un canale di trasmissione della fede».

In serata, infine, monsignor Peña Parra ha presieduto la celebrazione eucaristica conclusiva della prima giornata del Congresso, nella cattedrale di Siviglia, dedicata a “Santa María de la Sede y de la Asunción”, «crogiolo di culture e fusione di stili» e nell’omelia ha invitato i membri attivi nelle confraternite a essere «compassionevoli come Gesù». Questi, nel Vangelo di Matteo proposto dalla liturgia del giorno, sulla montagna che guarda il mare di Galilea «agì con potere per alleviare le sofferenze e guarire» paralitici, zoppi, ciechi, muti e molti altri malati tra la folla.

«Abbiate un grande amore per le persone e le famiglie che incontrate — è stato l’appello dell’arcivescovo — la gente ha bisogno di amore, di comprensione e di perdono. Siate attenti e vicini, soprattutto alle famiglie che vivono situazioni difficili nel campo della fede, del matrimonio o, anche, della povertà e della sofferenza. Che per ogni famiglia i vostri gesti e le vostre parole siano segni della misericordia divina e dell’accoglienza della Chiesa».

Ha pregato, infine, perché il Signore guidi tutti «nella profondità della ricchezza della fede del santo Popolo di Dio, che si esprime nella tradizione delle processioni, nella venerazione delle immagini sacre e nella recitazione delle preghiere tramandate di generazione in generazione».

di Alessandro Di Bussolo