· Città del Vaticano ·

Da venerdì in Vaticano le meditazioni di Avvento con il nuovo predicatore della Casa pontificia Roberto Pasolini

Stupore, fiducia e piccolezza: le tre porte della speranza

 Stupore, fiducia e piccolezza: le tre porte della speranza  QUO-274
03 dicembre 2024

«Le porte della speranza. Verso l’apertura dell’Anno Santo attraverso la profezia del Natale»: è il tema delle tre prediche di Avvento che iniziano venerdì prossimo, 6 dicembre, in Vaticano. A pronunciarle sarà, per la prima volta, il cappuccino Roberto Pasolini, nominato il 9 novembre scorso da Papa Francesco nuovo predicatore della Casa Pontificia. L’appuntamento è nell’Aula Paolo vi alle ore 9 e si rinnoverà nei venerdì 13 e 20 dicembre.

«Quest’anno il tempo di Avvento non ci prepara solo al Natale, ma ci accompagna anche verso il prossimo Giubileo» si legge nell’invito della Prefettura della Casa Pontificia in cui Pasolini illustra il tema. Tale periodo liturgico del resto rappresenta «un’occasione di grazia per rinnovare “l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo”», come scrive il Pontefice nella Bolla di indizione dell’Anno Santo 2025 Spes non confundit. «Le voci dei profeti, così presenti e insistenti in questo periodo liturgico, ci sollecitano con forza a non perdere l’orientamento del cammino verso il Regno di Dio» conclude il sacerdote cappuccino, esortando ad ascoltare tali voci per «riconoscere quali sono le porte che ci introducono nel mistero della nostra umanità con rinnovata speranza». Si tratta di tre porte: quella «dello stupore, per saper ammirare i semi del Vangelo presenti nel mondo e nella storia», quella «della fiducia, per incamminarci verso gli altri con cuore rispettoso e aperto» e quella «della piccolezza, per non avere paura di diventare finalmente noi stessi».

Le meditazioni saranno proposte ai cardinali, ai presuli, ai prelati e ai laici della famiglia pontificia, ai dipendenti della Curia romana, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del Vicariato di Roma, ai superiori generali e ai procuratori degli ordini religiosi facenti parte della Cappella Pontificia.