· Città del Vaticano ·

Il cardinale João Braz de Aviz in occasione della Giornata pro orantibus

Fraternità e dialogo
per far brillare il Vangelo

 Fraternità e  dialogo  per far brillare il Vangelo  QUO-274
03 dicembre 2024

Discernere i segni dei tempi attingendo con fiducia alla Parola di Dio, così da poter guardare al futuro forti della speranza offerta dalla fede. È l’invito del cardinale prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, João Braz de Aviz, nella messa per la Giornata pro orantibus, celebrata domenica 1° dicembre, prima di Avvento, nella basilica romana di Santa Maria in Ara Coeli.

In questi ultimi giorni dell’anno, il porporato ha esortato a guardare «gli effetti di guerre, conflitti, violenza, tensioni a livello mondiale, fame», i poveri abbandonati a se stessi, le tante persone che rimangono sole e la natura che viene sfruttata senza la dovuta cura. Pur percependo, quindi, «il peso e le difficoltà di questo tempo», in Avvento più che mai, ha evidenziato il celebrante all’omelia, «la Parola ci illumina a guardare con fiducia all’amore di Dio manifestato nel Natale».

Un avvenimento, la nascita di Gesù, che «fa parte della nostra storia umana» ed è in grado di far scaturire «lo stupore del Dio vicino», che non guarda «la fragilità, gli sbagli e i peccati della donna e dell’uomo» ma accetta «l’apertura del cuore». Così, grazie all’esperienza della fede, ha proseguito il cardinale prefetto, «noi cristiani siamo uomini e donne di speranza», laddove quest’ultima «dà la possibilità di entrare anche nelle prove dure della vita cercando i segni della volontà di Dio», presenti anche nelle situazioni umane apparentemente più complesse e contraddittorie.

Anche se vivere poggiati sulla speranza non sempre è facile, è comunque possibile progredire perché, ha sottolineato il prefetto, il Signore provvede a fornire le forze necessarie, come accade a tanti fratelli e sorelle di fede e di speranza. In questo senso, secondo il porporato «essere parte della comunità è di grande sostegno», soprattutto se si cresce «nel dialogo sincero che crea la fiducia e l’apertura del cuore».

L’esperienza del Sinodo costituisce così una grande «scuola per rinnovare la fraternità» e «per approfondire le relazioni nella presenza di Dio» in un momento come quello attuale, in cui le comunità sono diventate internazionali, interculturali e anche intercarismatiche. In questa maniera la crescita della fraternità «rinforzerà tutto il corpo della Chiesa e la luce del Vangelo — ha concluso — brillerà come testimonianza».

di Lorena Leonardi