La fraternità “antidoto”
La fraternità radicata in Cristo come «compito etico fondamentale» è stata richiamata da Papa Francesco nel discorso rivolto stamani ai partecipanti alla sessione plenaria della Commissione Teologica Internazionale, ricevuti in udienza nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico vaticano. «Rimettere Cristo al centro — ha detto il Pontefice — significa riaccendere la speranza» in un mondo «complesso e spesso polarizzato, tragicamente segnato da conflitti e violenze». L’amore di Dio rivelato in Cristo, infatti, rappresenta «un appello rivolto a tutti» affinché «impariamo ad essere costruttori di giustizia e di pace».
Dal Vescovo di Roma è giunta anche l’esortazione a «compiere un passo coraggioso: sviluppare una teologia della sinodalità» che aiuti e accompagni il processo sinodale «per una nuova tappa missionaria più creativa e audace», che sia ispirata dal kerygma e che «coinvolga tutte le componenti della Chiesa», seminando speranza «là dove viviamo».
Infine, il Papa ha ribadito il desiderio di recarsi nel 2025 nei luoghi in cui 1.700 anni fa si riunì il Concilio di Nicea, «pietra miliare nel cammino della Chiesa e dell’intera umanità».