Il Programma alimentare mondiale (Wfp), nel suo ultimo rapporto diffuso oggi, lancia l’allarme sui preoccupanti livelli raggiunti dalla diffusione della fame nel mondo: 343 milioni di persone, nei 74 Paesi analizzati e nei quali opera il Wfp, soffrono di insicurezza alimentare acuta (quasi 200 milioni in più rispetto ai livelli pre-pandemia). Non solo numeri ma persone, vite segnate dalle sofferenze causate da guerre, povertà e cambiamento climatico. Un dato allarmante è inoltre quello delle quasi 2 milioni di persone che si trovano sull’orlo della carestia, ovvero la maggior parte degli abitanti di una regione è così denutrita che muore di inedia o malattie correlate: uno scenario drammatico che interessa Gaza e ampie parti del Sudan, a causa di sanguinose guerre di cui non si intravede la fine, ma anche alcune zone di Haiti, Mali e Sud Sudan. Questo scenario di molteplici crisi spinge l’odierno inserto “Atlante” a una panoramica sugli aiuti umanitari e sul lavoro delle associazioni impegnate sul territorio per alleviare concretamente le sofferenze delle popolazioni. Dalla Palestina, all’Ucraina, martoriate dalla guerra, al Libano dove il numero di sfollati per l’escalation del conflitto ha già superato quota 1,2 milioni; senza dimenticare l’Africa e il problema delle sacche di povertà in Europa e in Italia, dove le famiglie più vulnerabili si trovano costrette a una scelta tra cibo e ricorso alle cure mediche. (valerio palombaro)
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