Quando l’arte

Nel cammino di preparazione all’Anno Giubilare 2025, i Musei Vaticani e l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede propongono il progetto espositivo congiunto Le Anime del Bernini che mette in mostra, negli ambienti della Pinacoteca Vaticana, due sculture giovanili di Gian Lorenzo Bernini realizzate nel 1619: l’Anima beata e l’Anima dannata. Pubblichiamo ampi stralci dagli interventi pronunciati dal cardinale presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dalla direttrice dei Musei Vaticani in occasione dell’apertura della mostra, il 19 novembre scorso.
Questa iniziativa è stata voluta e promossa dall’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e l’ho promossa con entusiasmo anche io. Come saprete le mie origini sono spagnole. Sono nato a Salamanca, in Spagna, e ciò mi consente di cogliere, oggi, l’occasione per esprimere la mia più sentita partecipazione e la mia continua preghiera per le vittime e per quanti sono stati colpiti dalla disastrosa Dana del 29 ottobre scorso, che ha devastato la regione di Valencia e altre regioni della Spagna e, la settimana scorsa, anche Malaga e Granada.
Ho sempre davanti a me le immagini della terribile inondazione. Sono rimasto colpito nel vedere la gente ricoperta di fango in mezzo alle strade piene di oggetti e detriti. Mi ha anche impressionato la solidarietà delle persone che si sono messe immediatamente ad aiutare i vicini, cercando di togliere il fango e liberare le case dall'acqua. Per questo, trasmetto all’Ambasciatore la mia vicinanza a tutta la popolazione che ha sofferto, soprattutto, per quanti hanno perso tutto.
Questo ricordo rappresenta, inoltre, l’occasione per dimostrare quanto l’arte possa avvicinare alla fede ed essere strumento di salvezza. Mi riferisco alle immagini strazianti del Cristo yacente della parrocchia di San Giorgio a Paiporta, località considerata la zona zero della Dana. Il Volto di Cristo era completamente ricoperto di fango, quasi a identificarsi con le centinaia di morti e di feriti della grande tragedia. Esprimeva la partecipazione di Cristo alle sofferenze dell’umanità che in quel momento era nella prova. Ecco, come un oggetto di arte veicola il grande messaggio della fede.
Lo stesso avviene con i capolavori del Bernini che, da oggi, possono essere ammirati dai visitatori.
Le due anime, l’Anima beata e l’Anima dannata si contrappongono a esprimere, da una parte la felicità di un’anima in pace con Dio e con se stessa, dall’altra la disperazione di chi non ha saputo accogliere la speranza che Cristo offre a ognuno.
Giovan Lorenzo Bernini operò in uno dei secoli più fervidi di progetti ed imprese: il Seicento.
Il grande Maestro ebbe il privilegio di avere un rapporto professionale ed artistico con otto pontefici e con alcuni di essi instaurò una strettissima relazione di fiducia e amicizia.
La Città del Vaticano trova la sua caratterizzazione anche grazie alle sorprendenti opere da lui realizzate: il Baldacchino della Basilica Petrina, la Cattedra di San Pietro, i monumenti funebri di Urbano viii e Alessandro vii , la splendida Scala Regia, la celebre ed avvolgente piazza di San Pietro con il suo colonnato, la statua di Costantino, il drappo della Sala Ducale, ma anche il corpus dei suoi disegni e i documenti conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, i bozzetti ed i modelli per le sue sculture oggi ai Musei Vaticani e tanto altro. Lo Stato Vaticano deve molto alle geniali imprese del Bernini.
Per questo motivo la proposta della Signora Isabel Celaá Diéguez, Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, di esporre nei Musei Vaticani le Anime del Bernini — opere generalmente inaccessibili al pubblico e che testimoniano la sua sorprendente capacità tecnica e artistica fin dalla gioventù — è stata accolta con entusiasmo e con la volontà di condivisione ai tanti visitatori che frequentano i Musei del Papa.
Con questa mostra dedicata a «Le anime del Bernini», l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede vuole offrire il proprio contributo al Giubileo 2025, mettendo a disposizione del pubblico due opere che altrimenti non sarebbero facilmente visibili. Questa mostra è, quindi, un’occasione per rafforzare i secolari rapporti di amicizia e cooperazione tra la Spagna e la Santa Sede.
Il Palazzo di Spagna è infatti uno degli edifici più emblematici del centro storico di Roma. La rappresentanza diplomatica spagnola è considerata la più antica missione permanente del mondo. Vi si stabilì nel 1622 per rappresentare la Spagna davanti alla Santa Sede. In questo senso il Palazzo è la principale espressione della forte presenza spagnola nel corso dei secoli nella Città Eterna.
Dall’inizio del xvii secolo l’Ambasciata è stata centro di attività culturale con concerti, rappresentazioni teatrali e visitatori illustri. Nel tempo si è accumulato un patrimonio incalcolabile, che comprende le due opere scolpite dal Bernini nel 1619, che, possiamo dire, sono i “gioielli”. Opere d’arte che hanno un messaggio per l'umanità.
di Fernando Vérgez Alzaga