Azione, carità e preghiera
Costruzione di scuole, di pozzi, di ospedali, di dispensari e ambulatori, formazione di medici e infermieri, e poi cure agli affetti dalla lebbra e distribuzione di materiale didattico. In 44 anni di vita, l’intervento solidale del Gruppo India a favore di persone in estrema difficoltà si è concretizzato in oltre 150 progetti in 30 Paesi, oltre la metà dei quali, ben 19, si trovano in Africa: Benin, Burundi, Camerun, Ciad, Etiopia, Guinea, Kenya, Malawi, Madagascar, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Sao Tomè e Principe, Sudan, Sud Sudan, Tanzania, Togo e Uganda. Un’azione umanitaria che nasce dalla volontà del gesuita padre Mario Pesce, che con dedizione, passione e servizio verso i più poveri e i più piccoli della terra, diede vita al Gruppo formato inizialmente da studenti dell’Istituto Massimo di Roma che, nel 1980, con lui andarono in India (di qui il nome della onlus) e che poi ne hanno raccolto l’eredità. L’impegno nasce dalla proposta della “Adozione - Borsa di Studio” non a favore di un singolo bambino o ragazzo ma di un gruppo per assicurare al maggior numero di persone un futuro migliore grazie all’istruzione.
«L’essere rimasti fedeli alla ispirazione data da padre Pesce — spiegano Marco Petrini e Raffaele Carbone, rispettivamente Presidente e membro del Comitato Gruppo India Onlus — ha consentito di crescere grazie all’apporto di tanti benefattori e benefattrici sparsi in tutta Italia, con i quali si cerca di instaurare un rapporto di vicinanza attraverso un’informativa costante sui progetti realizzati e da portare a compimento. Molti di essi ci aiutano fin dalla nascita del Gruppo India, tanti altri si sono aggiunti negli anni, e tutti mostrano apprezzamento per quanto viene fatto e anche per l’attenzione ai costi che fa sì che circa il 90% delle donazioni si traduca in aiuto reale alle missioni».
Periodicamente, e almeno una volta l’anno in Africa, si organizzano viaggi per permettere di vivere «l’esperienza straordinaria dell’incontro» con le persone che si sostengono, l’attività di promozione prevede poi attività di vario genere che consentono anche di incontrare e conoscere i benefattori. «Il perseguimento dell’obiettivo dell’autodeterminazione guida sempre la nostra azione – proseguono Petrini e Carbone – anche attraverso il sostegno a corsi di formazione, ad esempio di cucito ed informatica, come avviene in Camerun, Ciad, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, e finanziando, anche con il microcredito, attività nel settore agricolo e nell’allevamento, costruendo pozzi, acquistando capi di bestiame e realizzando fattorie, come in Burundi, Mozambico, Togo, Repubblica Democratica del Congo». Sempre in Africa, attraverso il Jesuit Refugee Service, è in corso di finanziamento un progetto pluriennale di aiuto ai giovani in fuga dalla guerra in Sudan. «Dall'inizio dei combattimenti a Khartoum nell'aprile 2023 – spiega Carbone – l’afflusso di persone in fuga è aumentato in modo esponenziale. Nella maggior parte dei casi sono rimpatriati sud sudanesi, ma si tratta anche di rifugiati e cittadini di altri Paesi, quali Uganda, Kenya, Congo, Rwanda, Tanzania. Il progetto mira a rispondere alle esigenze umanitarie dei rifugiati e dei rimpatriati attraverso servizi multisettoriali integrati, in particolare attraverso un’attività di supporto psicologico e nell’organizzazione di corsi di formazione per supplire alla mancanza di accesso alle scuole ordinarie».
In Etiopia, nel Tigray, regione devastata dal conflitto, il Gruppo India è impegnato al fianco delle Suore di Santa Giovanna Antida, che assistono bambini poveri e sfollati, curano malati e feriti. Nella città di Shire è ripresa la missione, in particolare la scuola materna con 500 bambini, spesso orfani, molti dei quali provengono dai campi profughi. Ed è proprio alla scuola e alla missione che il Gruppo vuole restituire un volto di pace, attraverso anche la ricostruzione del campo di giochi e di calcio.
Anche il 2024 ha visto il Gruppo India impegnato in diversi viaggi, uno dei quali in Camerun, dove si è registrato un traguardo: l’incontro con alcune insegnanti in un istituto dedicato ai bambini portatori di handicap che, a loro volta, erano state ospiti dello stesso centro. Per il 2025 l’appuntamento dovrebbe essere con il Madagascar, dove si sta organizzando un viaggio missionario dedicato ai giovani e in supporto all’attività delle Maestre Pie Venerini che in quel Paese sono presenti con scuole e altre attività di sostegno per i bambini sia ad Ampitatafika, un sobborgo di Antananarivo, che nel villaggio povero di Andina. Azione, carità e preghiera, come indicato anche dal Papa nel messaggio per la Giornata dei poveri lo scorso 17 novembre, sono la grande forza del Gruppo India, l’importante, concludono Petrini e Carbone, «non è quanto si dà, ma donare, senza clamore e pubblicità, tutto di sé stessi».
di Francesca Sabatinelli