· Città del Vaticano ·

Quanto pesa
la fame di un bimbo

Palestinian children wait for their Falafel orders at a makeshift take away spot in the southern ...
20 novembre 2024

La morte è una delle poche certezze della vita. È la fine di un percorso naturale oppure avviene per altri e, spesso, tragici motivi: catastrofi, incidenti e malattie. Colpisce ogni morte che non sia la conclusione naturale della vita, colpisce la sofferenza e l’impotenza di non poterle evitare. Le guerre sono tutte ingiustificabili, la sofferenza e il dolore non sono quantificabili per nessun essere umano di qualsiasi età, razza, nazionalità, per nessun essere umano vissuto in qualsiasi epoca storica.

La guerra che ha colpito la Terra Santa e il Medio Oriente non è più o meno devastante di altre ma sconvolge per l’altissimo numero di bambini morti, feriti, resi invalidi per la vita. Questa guerra e tutte le altre che oggi sono presenti nel mondo sconvolgono, perché le vediamo e le sentiamo senza essere presenti. Grazie alla tecnologia, sconvolgono perché veniamo a conoscenza in tempo reale della sofferenza di bambini e di tanti esseri umani e non possiamo fare nulla. Non possiamo correre a scavare per salvare chi è rimasto ferito sotto le macerie, non possiamo avvolgere nei sudari e seppellire corpicini senza vita di vittime innocenti. Non possiamo sostenere con cibo e acqua, non possiamo curare ferite del corpo e dell’anima, non possiamo regalare un sorriso, un giocattolo o una caramella, non possiamo sederci vicino a un bambino e leggere insieme una favola. È questa impotenza che sconvolge e distruggere!

La storia ci ha tramandato notizie, dati e numeri di massacri, eccidi, stermini, genocidi: qualunque altro nome si dia a queste brutalità non darà mai ragione e giustificazione alla tragedia del male. Ma quei numeri e quelle brutalità non potevamo impedirle, perché sono state rivelate dopo essere state compiute. Ora vediamo, sentiamo e veniamo a conoscenza del male in diretta e non riusciamo a fermare le armi e a cambiare i cuori!

Uno scrittore e pedagogista ha scritto: «Quanto pesa una lacrima di un bambino? La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra».

Vediamo ogni giorno foto e video di bambini sofferenti, vediamo ogni giorno lacrime che non possiamo asciugare.

Quanto pesa sulle coscienze la sofferenza di un bambino? Quanto costerà all’umanità la sconfitta di non aver fermato chi uccide?

È stato diffuso in questi giorni un video in cui sono visibili alcune donne che a Gaza, correndo, trasportano un telo su cui è posto il corpo di una persona. Corrono per sfuggire ad un attacco e, nello stesso tempo, per dare sepoltura al corpo di una persona cara, sfidano il pericolo per dare, anche nella morte, dignità alla vita.

In quelle immagini ho visto la morte e la vita, ho visto la corsa verso la salvezza e l’immobilità di chi non può più salvarsi, ho visto l’amore e la solidarietà, ho visto i valori essenziali a cui ogni essere umano dovrebbe ispirarsi. Gli stessi valori a cui devono attingere gli uomini e le donne che hanno fra le mani il destino del mondo, mettendo da parte, anzi annullando, la voglia di supremazia, di potere, di autoritarismo. È necessario ora, subito, considerare la pace come unica via possibile per affermare la verità e la giustizia di cui questo mondo ha bisogno.

Se tutti insieme riusciamo a condividere questi principi essenziali, riusciremo a capire il dolore degli altri, riusciremo a farlo nostro e potremo fare cose buone, anche sconfiggere le guerre. 

di Ibrahim Faltas