· Città del Vaticano ·

Vi scrivo da Gaza

Uniti nella preghiera
dopo oltre 400 giorni
di guerra

 Uniti nella preghiera  dopo oltre 400 giorni di guerra  QUO-262
19 novembre 2024

Mentre scrivo, sono già passati oltre 400 giorni dall’inizio di questa guerra lunga e pericolosa nella nostra Striscia di Gaza.

Quattro giorni fa, mio ​​nonno Suhail è morto all’ospedale di al-Ahli (l’unico ospedale cristiano nella Striscia di Gaza) all’età di 75 anni, a causa di un improvviso cancro diffuso in tutto il suo corpo debole. Durante questa dura guerra, abbiamo perso due amati membri della mia famiglia, considerando anche mio zio Hani, morto all’età di 45 anni a Rafah nel febbraio 2024 a causa della mancanza di medicine e cure mediche nella striscia. È morto da solo, è stato sepolto lì e non possiamo riportare il suo corpo a Gaza City.

È così difficile gestire questi momenti di tristezza che tutti noi abbiamo iniziato a piangere, quando abbiamo saputo che mio nonno era morto. Abbiamo pregato e celebrato un funerale di addio per lui nella chiesa ortodossa di San Porfirio, che è il luogo dove andava sempre per pregare e lavorare. Al funerale hanno partecipato molte persone di entrambe le Chiese (la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa). Mio ​​nonno è sempre stato rispettoso e gentile con tutte le persone, sia cristiane che musulmane. Preghiamo intensamente per la sua anima innocente e per tutte le anime del purgatorio, nel mese che è dedicato a loro.

Grazie a Dio, cinque giorni prima della sua morte, mio nonno ha ricevuto l’unzione degli infermi, ha ricevuto la benedizione del Papa dal nostro sacerdote e ha ricevuto anche la Santa Comunione.

Ringraziamo Dio ogni giorno per tutte le grazie e i doni che ci ha dato e preghiamo ogni singolo giorno per la pace e la sicurezza nel nostro paese e in tutto il mondo.

Chiedo a tutti di pregare per noi, rifugiati cristiani nella chiesa della Sacra Famiglia, per la mia famiglia e in particolar modo per mia nonna Najwa. Siamo certi che questa guerra finirà molto presto e speriamo che i nostri giorni a venire saranno migliori.

di Suhail Abo Dawood