· Città del Vaticano ·

A colloquio con il presidente della Conferenza episcopale ucraina

Il mondo preghi per fermare questa guerra
insensata e crudele

 Il mondo preghi per fermare questa guerra insensata e crudele  QUO-262
19 novembre 2024

La guerra in Ucraina è a una recrudescenza. Lunedì, l’esercito russo ha lanciato un missile balistico verso una zona residenziale e commerciale di Odessa, uccidendo 10 civili. Tra i morti, medici e agenti di polizia, 43 persone sono rimaste ferite, tra cui 4 bambini. Questo all’indomani di una domenica drammatica con l’attacco serale a un palazzo residenziale a Sumy, nel nord del Paese, (una dozzina di vittime tra cui 2 bambini) e il massiccio attacco con l’uso di più di 200 missili e droni diretti per colpire infrastrutture. Monsignor Vitalij Skomarovskyj, presidente della Conferenza episcopale ucraina, commenta ai media vaticani uno scenario doloroso.

Come guarda a questi ultimi episodi?

In questi giorni vediamo che continuano senza sosta gli attacchi brutali e mortali. Vengono uccise persone innocenti, civili e bambini. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze a tutte le famiglie delle vittime e dei feriti. Preghiamo affinché i politici del mondo ricevano il dono del coraggio e della forza. È necessario fermare questa guerra insensata e crudele. Che la pace tanto attesa possa arrivare per il sofferente popolo ucraino.

La guerra su larga scala in Ucraina dura da più di due anni e mezzo. Quale senso dà al tempo che passa in questo contesto doloroso?

Mille giorni di guerra è una ricorrenza molto triste. Desidererei molto di più celebrare altri eventi o anniversari. Il fatto che questa guerra sia iniziata e sia andata avanti per mille giorni è anche una dimostrazione della debolezza della struttura di sicurezza globale. Per noi, questo tempo di guerra è qualcosa che nessuno si aspettava, nessuno voleva, ma è successo, ed è un tempo di prove, prove molto dure, che il nostro popolo deve affrontare. Per questo i nostri sacerdoti stanno cercando di sostenere la nostra gente, di starle vicino e aiutare a superare questi momenti difficili.

Qual è la cosa più difficile da affrontare in questa guerra?

È la perdita dei propri cari. Da noi novembre è associato alla preghiera per i defunti. Spesso ci rechiamo nei cimiteri. Vediamo bandiere sulle tombe dei nostri soldati caduti, in alcuni cimiteri sono come una foresta, e questo suscita un dolore molto grande. Però io continuo ad avere fiducia nella grazia di Dio che il loro sacrificio non sia stato vano, che raggiungeremo la pace e che il nostro Paese uscirà migliore da queste prove.

Che cosa fanno le vostre diocesi in Ucraina per accompagnare le persone che vivono traumi e lutti?

Ci sono molti programmi destinati a questo scopo. Nella nostra diocesi c’è un centro dove prima della guerra si svolgevano attività per bambini, vari corsi di lingua. Adesso lì raduniamo le persone “toccate” dalla guerra, vedove, figli dei caduti. Invitiamo gli psicologi per dare loro sostegno oppure semplicemente ospitiamo donne e bambini perché possano passare qualche tempo in una comunità e avere una sorta di riabilitazione e di aiuto. È molto importante che una persona non sia lasciata sola con il suo dolore, ma sia circondata da persone che hanno vissuto una perdita simile. Si tratta di un sostegno reciproco. Inoltre, c’è anche una componente spirituale, cioè l’opportunità di pregare, di partecipare alla santa messa. In ogni parrocchia, a seconda delle possibilità o delle esigenze, vengono organizzati vari corsi di formazione. I nostri sacerdoti hanno già fatto questo tipo di formazione, dove viene insegnato loro come sostenere adeguatamente, secondo l’approccio psicologico, le persone che stanno vivendo un lutto. Anche le suore offrono questo tipo di accompagnamento. In altre parole, siamo coinvolti in questo lavoro quanto più possibile. In altre diocesi più grandi e con maggiori opportunità, questo lavoro è ancora più intenso.

Che cosa vorrebbe dire ai cattolici di tutto il mondo in occasione dei 1000 giorni dall’inizio di guerra?

Chiedo a Dio di ispirare i nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo a continuare a pregare per noi. So che molte persone stanno pregando per noi e sono molto grato per questa preghiera, per questa solidarietà orante.

di Svitlana Dukhovych