Le scarpe del Pontefice
Nel gruppo dei poveri che hanno pranzato con Papa Francesco c’era anche Giuseppe, un senzatetto di Roma, che pochi giorni fa ha ricevuto in dono un paio di scarpe che il Pontefice a sua volta aveva avuto in regalo. Celebrare la Giornata Mondiale dei Poveri significa seguire Gesù e pensare semplicemente allo stesso modo indicato nel Vangelo, perché è quello che avrebbe fatto Cristo, e quindi è quello che anche noi faremo. Così, il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, spiega ai media vaticani il senso della Giornata istituita dal vescovo di Roma otto anni fa.
Il porporato, parlando delle attività del Dicastero per il servizio della carità di cui è prefetto, ha raccontato di Giuseppe che vive per strada da anni. Questa settimana, il Papa ha ricevuto un paio di scarpe numero 42. Francesco ha consegnato immediatamente questo dono all'ufficio dell’elemosineria apostolica. Poche ore dopo è arrivato Giuseppe bisognoso di calzature, diceva di non poter più camminare con quelle vecchie che indossava. Il numero 42 era provvidenzialmente proprio il suo. «Ha ricevuto subito le scarpe del Santo Padre, le ha indossate».
In riferimento al tema dell’edizione di quest’anno della Giornata mondiale dei poveri “La preghiera del povero sale fino a Dio”, Karajewski sottolinea che il modello nella preghiera per noi è Gesù che, nel Vangelo, ci ha lasciato molte immagini ed esempi che mostrano la virtù della perseveranza. «Vinciamo quando preghiamo Dio» osserva il cardinale elemosiniere. Allo stesso tempo, precisa che il modo e i tempi attraverso cui Dio ascolta le preghiere del “povero” sono un mistero. Potrebbe volerci un atteggiamento prolungato di preghiera, come nella storia di santa Monica, madre di sant’Agostino; oppure ci sono situazioni in cui le invocazioni vengono ascoltate molto rapidamente; ma ci sono anche casi in cui le preghiere non vengono esaudite. Questo per un semplice motivo, afferma il cardinale: ciò che accadrebbe potrebbe non essere per il mio bene. «Ecco perché Dio ascolta quelle preghiere che fanno sì che diventiamo belli, per piacere a Dio e alle persone. Sono per il nostro bene e questa è probabilmente la cosa più importante» dice l’elemosiniere.
Krajewski ricordato che gli eventi della Giornata sono stati preceduti da numerose iniziative di cura dei poveri come l’ambulatorio in piazza San Pietro sotto il Colonnato del Bernini, aperto tutti i giorni e che accoglie quotidianamente circa 150 senzatetto. Tutti coloro che ne hanno bisogno, anche le persone senza documenti o che non conoscono l’italiano, possono contare su un’assistenza medica completa. In primo luogo, però, c’è l’ascolto del prossimo, della sua storia e delle sue necessità, perché «restituire la dignità avviene anche ascoltando». Queste persone con fragilità vengono visitate da medici e ricevono gratuitamente farmaci dal Santo Padre presso la farmacia vaticana.
di Paweł Rytel-Andrianik
e Marek Weresa