Cop29: non c’è più tempo
L’auspicio che la Cop29, di Baku «dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune» è stato espresso dal Papa all’Angelus domenicale e rilanciato attraverso un messaggio — pronunciato dal cardinale segretario di Stato mercoledì 13 nella capitale azera — in cui Francesco affida alla Conferenza degli Stati parte alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici la speranza che la comunità internazionale guardi «oltre i particolarismi» ponendo «al centro il bene dell’umanità».
Non c’è più tempo, avverte il Pontefice, occorre invertire la rotta. «I dati scientifici di cui disponiamo — spiega — non consentono ulteriori ritardi e mostrano chiaramente che la preservazione del creato è una delle questioni più urgenti». Anche perché la crisi climatica «è strettamente collegata alla preservazione della pace».
Inoltre «nel discutere di finanza climatica — aggiunge il Papa — è importante ricordare che il debito ecologico e il debito estero sono due facce della stessa medaglia che ipotecano futuro». Da qui l’esortazione «alle nazioni più benestanti» affinché «stabiliscano di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli».