12 novembre 2024
È il 1995. E a Sarajevo il 3 maggio di ventinove anni fa è un giorno di tregua. Le milizie serbe, che assediano la città bosniaca dall’aprile del 1992, non spareranno alcun colpo. Quello stesso giorno i fratelli Hodžić — Amel, quindici anni, e Džemil, undici — giocano nel cortile di casa. Tra i due è Amel quello deciso a riprendere la pallina da tennis che è sfuggita, tra un servizio e l’altro, al loro controllo. La partita però non proseguirà e Amel non tornerà: viene infatti colpito da un cecchino e muore tra le braccia della madre. La tregua? Una mera apparenza.
Quest’omicidio, rimasto finora impunito, ha segnato per sempre la vita di Džemil, che oggi vive in Qatar dove lavora come montatore video per un’emittente televisiva. Al nostro giornale Hodžić racconta che non c’è ...
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