Dall’Oms una banca dati globale per monitorare
Una banca dati. Un software gestionale globale con cui monitorare i progressi che, nel corso degli ultimi anni, i vari Paesi nel mondo hanno compiuto nella gestione della salute dei bambini. In particolare, di quei fattori da cui questa dipende. Si chiama “Child Health and Well Being Dashboard” e l’ha lanciata l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con l’obiettivo di aiutare istituzioni politiche e sanitarie a controllare e, se possibile, agire concretamente sul tema.
Ad oggi, infatti, ogni anno muoiono circa 4,9 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni, di cui quasi la metà entro il primo mese di vita, uno scenario che porterà 59 Paesi a non raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) n°3 indicato dalle Nazioni Unite. Da qui la necessità di incrementare le azioni volte a migliorare la salute e la sopravvivenza materna e infantile. L’idea di creare un vero e proprio “pannello di controllo” è nata per consentire ai singoli Paesi di individuare immediatamente quale sia la situazione più critica e studiare così gli interventi più efficaci da mettere in campo per risolverla. Diverse le tipologie di indicatori presenti all’interno: da quelli di sopravvivenza a quelli di sviluppo, passando per gli indicatori di protezione, partecipazione e quelli contestuali e politici. In base a tali valori, ogni Paese (i filtri sono facilmente selezionabili dalla parte alta della tabella) può vedere quasi in tempo reale il livello, ad esempio, dei tassi di allattamento o dei primi anni di sviluppo fisico ed emotivo di un bambino. Oppure l’eventuale esposizione alla violenza e al lavoro minorile, la ricerca delle cure, le registrazioni di nascita e la frequenza con cui viene completato il ciclo scolastico.
Sono 196 le aree del mondo i cui dati sono raccolti in questa dashboard che, allo stesso tempo, consente anche di analizzare i fattori che influenzano la salute dei più piccoli. In particolare, l’indicatore con cui la maggior parte dei Paesi sta avendo a che fare riguarda la protezione della maternità, elemento imprescindibile per garantire la salute, sia fisica che mentale, delle donne e dei bambini durante la gravidanza e, poi, nella fase post parto. Rendere disponibili questi dati significa dare una possibilità concreta di crescita e di vita a tanti bambini, ecco perché Oms, Children in All Policies (Cap 2030) e Unicef hanno sviluppato un simile prodotto, per fornire a tutti uno strumento concreto di intervento. In virtù, anche, di un altro dato fornito proprio dall’Unicef, secondo cui sono circa 2 milioni i bambini che rischiano di morire per la mancanza di alimenti terapeutici.
Sì perché troppe volte ci si dimentica che quando si parla di salute un ruolo di primo piano lo ricopre proprio l’alimentazione. I livelli di malnutrizione acuta grave tra i piccoli al di sotto dei 5 anni sono molto alti in diverse aree del mondo, nemmeno a dirlo, caratterizzate da conflitti, shock economici ed emergenza climatica. Secondo l’Unicef, milioni di bambini rischiano di non ricevere cure salvavita a causa della mancanza di fondi per l’Alimento terapeutico pronto all’uso (Rutf): si tratta di cibi in pasta a base di burro di arachidi e biscotti dall’alto valore nutritivo arricchiti con proteine e sostanze energetiche, estremamente preziosi per la crescita dei più piccoli. Mali, Nigeria, Niger e Ciad stanno già affrontando o stanno per affrontare l’esaurimento delle scorte di Rutf, mentre Camerun, Pakistan, Sudan, Madagascar, Sud Sudan, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Uganda potrebbero finirle già entro la metà del prossimo anno. E anche qui il climate change fa la sua parte. In Africa nella regione del Sahel, ad esempio, la carenza di scorte alimentari è accentuata da siccità prolungata, inondazioni e piogge irregolari che portano a cibo scarso con prezzi elevati e altrettanto elevati livelli di deperimento. In Mali, la previsione è che il 2024 si chiuda con oltre 300mila bambini sotto i 5 anni in condizione di malnutrizione grave, mentre in Ciad la quota potrebbe raggiungere i 500mila.
Per fare fronte a questo fenomeno, attraverso l’appello “No Time to Waste 2024 Update and Call to Urgent Action”, l’Unicef chiede 165 milioni di dollari per finanziare l’alimentazione terapeutica, le cure e l’assistenza ai 2 milioni di bambini a rischio di morte a causa della carenza critica di Rutf.
di Emiliano Magistri