· Città del Vaticano ·

Il 9 novembre a Siviglia la beatificazione di José Torres Padilla

Apostolo della carità
e della riconciliazione

  Apostolo della carità  e della riconciliazione   QUO-253
08 novembre 2024

Sacerdote diocesano e cofondatore dell’Istituto delle Sorelle della Compagnia della Croce


Il ministero del sacramento della riconciliazione esercitato con assiduità: è questo il tratto distintivo di José Torres Padilla, sacerdote diocesano, cofondatore dell’Istituto delle Sorelle della Compagnia della Croce, che viene beatificato a Siviglia, in Spagna, sabato mattina, 9 novembre, in rappresentanza di Papa Francesco dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei santi.

Nato il 25 agosto 1811 a San Sebastián de La Gomera, capitale dell’omonima isola nell’arcipelago delle Canarie, il piccolo José fu educato dai suoi genitori nella pratica delle virtù. Ricevette il sacramento del battesimo il 31 agosto nella parrocchia dell’Assunzione e, nel contesto della chiesa parrocchiale, scoprì la vocazione al sacerdozio.

Comprese che si doveva dedicare allo studio delle scienze umane e divine, cosa che fece nelle città spagnole di San Fernando de La Laguna, Valencia e Siviglia. Ordinato presbitero a Siviglia il 27 febbraio 1836, dedicò il ministero alla cura dei corpi e delle anime. La sua scienza e la grazia di Dio furono la fonte che ispirò il suo apostolato, soprattutto nella direzione spirituale e nell’amministrazione del sacramento della riconciliazione, così come nell’attenzione caritatevole verso i poveri e i bisognosi, accompagnando l’elemosina materiale con una parola divina e un sorriso umano.

Le sue doti e la sua fama di santità lo portarono a essere nominato esaminatore sinodale in varie diocesi spagnole e consultore teologo del Concilio Vaticano i , dove fu conosciuto e stimato da molti vescovi e dal beato Papa Pio ix .

Fu l’obbedienza a portarlo, nel 1871, ad accettare la nomina di canonico della cattedrale di Siviglia, dove conobbe altre anime da guidare spiritualmente, tra le quali santa Ángela de la Cruz, povera operaia di un calzaturificio cittadino, insieme alla quale fondò l’Istituto delle Sorelle della Compagnia della Croce. In occasione del primo anniversario della fondazione della Compagnia della Croce disse: «La carità della Chiesa, la vita essenziale della società umana, è e sarà sempre la carità. Siamo creati per amare ed essere amati, e amare il sommo bene Dio, e ogni uomo a motivo di Dio».

L’Eucaristia e Maria plasmarono il suo apostolato. Il motore della giornata era la celebrazione eucaristica, che presiedeva con grande devozione e raccoglimento. Amava e faceva amare la Madre di Dio, che era sempre sulle sue labbra e alla quale dedicava lunghi momenti di conversazione con la recita del santo Rosario, che aveva sempre tra le sue mani.

La sua vita fu contraddistinta dalle virtù dell’umiltà e della carità, accompagnate sempre dall’atteggiamento orante di un amico di Dio che, in penitenza e in povertà, rese la sua anima a Dio nella capitale dell’Andalusia il 23 aprile 1878, lasciando un’impronta profonda in quanti lo avevano conosciuto.

La sua fama si è trasmessa di generazione in generazione, fino ai nostri giorni. Il processo di beatificazione, nella fase diocesana, è stato avviato a Siviglia nel maggio 2014 e si è concluso nel 2016.

Nel corso della sessione ordinaria dei padri cardinali e vescovi del 17 maggio 2022 è stato riconosciuto che visse le virtù in grado eroico. Per questo, il Santo Padre ha disposto che fosse emesso il decreto con il quale veniva dichiarato Venerabile.

Mentre a Roma il processo andava avanti, nel 2018 si è verificata una guarigione inspiegabile da punto di vista medico, attribuita al sacerdote di La Gomera. Dal 28 gennaio al 9 aprile dell’anno seguente si è tenuto a Siviglia il processo diocesano per la presunta guarigione di una Sorella della Compagnia della Croce. Questo ha portato il Pontefice, il 14 marzo scorso, in un’udienza concessa al cardinale Semeraro, ad autorizzare la promulgazione del decreto sul miracolo attribuito all’intercessione del venerabile Torres Padilla.

I nomi di Ángela Guerrero e José Torres, fondatrice e cofondatore della Compagnia della Croce, si sono trovati nuovamente uniti in occasione del miracolo ricevuto da una figlia dell’istituto loro fondato. Una dura prova per questa Sorella della Croce — tromboembolismo polmonare bilaterale massivo e infarto polmonare —, che l’ha portata a confidare nell’intercessione paterna di José Torres Padilla, la cui beatificazione è motivo di festa per la Spagna, in particolare per l’arcidiocesi metropolitana di Siviglia e per la diocesi di San Cristóbal de La Laguna.

di Salvador Aguilera López
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