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La visita di Francesco alla Pontificia Università di piazza della Pilotta

I Papi e la Gregoriana

 I Papi  e la Gregoriana  QUO-252
07 novembre 2024

Da Pio XII, ex alunno, a Benedetto XVI che ne è stato docente, i più recenti predecessori di Papa Francesco hanno avuto un qualche legame con l’ateneo visitato dal Pontefice gesuita lo scorso 5 novembre.

Papa Pacelli ricevette la comunità accademica in udienza il 17 ottobre 1953: «Il Collegio Romano o Università degli studi Gregoriana — disse — ha meritatamente conquistato il costante favore e la benevolenza dei Pontefici Romani. Tra i quali sarebbe troppo lungo citare coloro che predilessero singolarmente l’Università Gregoriana».

Giovanni XXIII vi si recò in visita il 18 gennaio 1959: «La Pontificia Università Gregoriana, circondata qui in Roma dalla irradiazione degli altri Atenei che le fanno corona — spiegò nella circostanza —, sta al centro di una nobile e santa emulazione di ricerca intellettuale delle vie più aperte e sicure per la conoscenza del Cristo e per la illustrazione del suo Vangelo alla presente generazione».

Quarant’anni fa fu la volta di Paolo VI . Ex alunno, Papa Montini la visitò il 12 marzo 1964, rivolgendosi in particolare agli studenti: «Il Nostro cuore si apre in modo speciale a voi, dilettissimi giovani — disse loro —. [...] Figli carissimi, non senza fiduciosa speranza e paterno conforto guardiamo il vostro numerosissimo gruppo. Infatti voi che oggi, istruiti sotto i Nostri stessi occhi, siete testimoni di questo importantissimo evento della Chiesa, voi stessi in seguito nella vostra patria, nell’attuare i decreti del Sinodo Ecumenico, sarete Nostri solleciti cooperatori. Proseguite, dunque, guidati dalle sagge norme di questa Università, nell’impadronirvi con zelo di quell’abbondanza di sana dottrina e di quel degno culto dei santi ministri dell’animo, che i nostri tempi assolutamente richiedono. A voi per felice caso tocca che la vostra formazione culturale capiti in occasione del Concilio Ecumenico; impegnatevi dunque con pio fervore a rispondere a questo importantissimo dono».

Da parte sua Giovanni Paolo I , anch’egli ex alunno, nel suo breve pontificato non riuscì a visitare l’ateneo, ma in piazza della Pilotta sostenne gli esami di licenza (17 ottobre 1942) e difese la dissertazione dottorale (27 febbraio 1947), diretta dal gesuita Charles Boyer. Inoltre nel primo discorso dalla finestra del Palazzo apostolico, pur schermandosi di non avere «la preparazione e la cultura di Papa Paolo», Luciani non mancò di aggiungere un saluto personale al suo insegnante. Poco dopo, in risposta a una lettera autografa ai voti augurali del preposito generale Pedro Arrupe, il Pontefice veneto scrisse: «Ricordo i miei studi alla Gregoriana (uno speciale saluto a P. Boyer)».

Giovanni Paolo II vi si recò il 15 dicembre 1979 agli inizi del suo lungo ministero petrino. «La storia della vostra Università — ricordò — mostra che in essa la teologia non è stata mai concepita come una disciplina isolata. Essa è sempre stata inserita in un insieme di insegnamenti, accuratamente determinati dall’antica “Ratio Studiorum”, la quale si proponeva di assicurare così l’integrazione della ricerca e del sapere teologico nel complesso delle conoscenze caratteristiche dell’epoca [...] Ecco qui — aggiunse Papa Wojtyła — la funzione importantissima di un Centro come questo, di una “universitas omnium gentium” nel cuore di Roma e vicino al Papa. Essa, giovandosi della sua secolare tradizione di collaborazione sia a livello di studenti che di docenti, tra culture, lingue e mentalità diverse, può e deve contribuire a mantenere e ad accrescere quel senso di fraternità, di mutuo ascolto, di capacità di capirsi, senza il quale non si può salvaguardare l’unità né tendere verso di essa. Il Papa conta su di voi per il proseguimento di questa tradizione di servizio all’unità».

Da ultimo Papa Ratzinger vi andò il 3 novembre 2006: «Con gioia mi trovo in questo quadriportico, che ho attraversato in varie occasioni — affermò facendo memoria dei suoi trascorsi di docente —. Mi ricordo particolarmente della difesa della tesi del Padre Lohfink durante il Concilio, alla presenza di molti Cardinali e anche di poveri Periti come me. Mi è caro ricordare in modo particolare il tempo in cui, essendo professore Ordinario di Dogmatica e di Storia del Dogma presso l’Università di Regensburg, fui invitato nel 1972 dall’allora Rettore Hervé Carrier, s.j. , a tenere un corso agli studenti del ii Ciclo della specializzazione di Teologia Dogmatica. Ho tenuto un corso sulla Santissima Eucaristia».