La riapertura della cattedrale di Notre-Dame
«La Chiesa di Francia è chiamata a riconoscere un segno forte — e profetico — che il Signore le rivolge in particolare: la riapertura al culto di Notre-Dame a Parigi». Nel messaggio indirizzato ai partecipanti all’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale francese che si è aperta oggi a Lourdes, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin rilancia l’invito di Papa Francesco a cogliere i segni dell’avvenimento in programma l’8 dicembre prossimo, a più di 5 anni dall’incendio che avvolse la cattedrale parigina tra il 15 ed il 16 aprile 2019.
Un messaggio fraterno, «di incoraggiamento, fiducia e vicinanza», è quello offerto dal Pontefice e condiviso dal porporato in data odierna, che evidenzia come nei rapporti tra le varie componenti delle comunità ecclesiali vi sia «tanto bisogno gli uni degli altri».
In particolare il legame tra la Chiesa francese e quelle dell’Africa, al centro dei lavori dell’assise, nella visione del Pontefice deve ricalcare quello delle «comunità cristiane», ovvero confermarsi «un solo spirito in Cristo».
Il segretario di Stato riporta anche l’accoglienza da parte di Francesco delle discussioni relative all’evangelizzazione. Vengono citate alcune questioni di rilievo, come «la presenza dei sacerdoti nei territori, i seminari, l’insegnamento della religione cattolica, l’organizzazione delle diocesi». Il Papa invita i vescovi ad essere «forti delle ricchezze e delle esperienze del passato» e al contempo «pronti ad accogliere senza paura i segni dati dallo Spirito per affrontare le sfide e prevedere le trasformazioni e le riforme che Egli suggerisce».
Un ascolto che non può prescindere dalla «speranza incrollabile», tema del prossimo Giubileo. Il segno individuato da Francesco e specifico per la Chiesa di Francia è proprio la riapertura della cattedrale simbolo della comunità cristiana d’Oltralpe affinché, «a immagine di questo mirabile edificio restaurato» e «forte della sua fede, orgogliosa della sua storia e del suo insostituibile contributo alla costruzione» del Paese, «possa sempre annunciare con gioia la buona notizia della salvezza».
Francesco dedica poi un passaggio alla sua enciclica sul Sacro Cuore, Dilexit nos, ricordando l’importanza di «riscoprire, o scoprire» l’amore divino, capace di rappresentare «in definitiva l’unica chiave per il futuro». Proprio ai santi francesi nel documento pontificio è riconosciuto un «ruolo considerevole» nello «sviluppo e nella comprensione di questa devozione».
«Voi, più di altri, siete dunque chiamati e qualificati a beneficiare di questa eredità» afferma il Papa, aggiungendo come «piuttosto che riportare in auge una devozione spesso giudicata, a torto, polverosa e superata» sia invece importante «cogliere la misura in cui Gesù ama ciascuno di noi, la misura in cui ama la Chiesa di Francia, i suoi pastori e i suoi fedeli, e la misura in cui ama il mondo intero».
Il messaggio si conclude con la benedizione di Francesco a tutti i vescovi, ai loro collaboratori e ai fedeli delle varie diocesi.
di Edoardo Giribaldi