Fedeltà ai principi fondanti
Fedeltà ai principi fondanti, ma prontezza nel cogliere nuove opportunità: sono le caratteristiche della Pontificia Università Gregoriana evidenziate dal rettore, padre Mark Lewis, nel saluto rivolto stamani a Papa Francesco. Il religioso gesuita si è soffermato su alcuni momenti salienti della storia dell’ateneo, che ne hanno segnato lo sviluppo e la crescita. Il primo risale allo scorso 19 maggio quando, come richiesto dallo stesso vescovo di Roma, il Pontificio Istituto Biblico e il Pontificio Istituto Orientale sono stati incorporati definitivamente nella Gregoriana, «nella visione di un’unica università».
Tale processo, ha spiegato il rettore, permette ora non solo di «fornire una solida formazione intellettuale ai futuri ministri della Chiesa, con particolare attenzione alla dignità della persona umana, alla dimensione sociale della fede, alla cura della nostra casa comune, all’apertura al mondo della cultura e della scienza» ma consente anche di entrare in «contatto con studiosi di molte tradizioni religiose» favorendo «un dialogo scientifico che cerca di essere sempre più fruttuoso». Senza dimenticare lo sforzo che l’ateneo compie per «sviluppare sempre di più a Roma un luogo unico dove le “questioni orientali” possano essere studiate con risorse adeguate e ampio sostegno».
Coltivare «l’unità della fede che rispetta la diversità delle culture che contraddistingue la Chiesa nei suoi numerosi contesti locali» è infatti un obiettivo essenziale indicato da padre Lewis, insieme ai tanti nomi di Pontefici, cardinali e vescovi che hanno studiato o insegnato presso l’ateneo, non in ultimo Benedetto xvi . Non ha mancato, poi, il rettore, di menzionare i numerosi santi e beati della Compagnia di Gesù, di cui oggi ricorre la festa, «molti dei quali hanno studiato anche qui a Roma». L’auspicio del rettore è che tali figure, con le loro «abitudini di virtù», siano per gli studiosi fonte di ispirazione.
A Papa Francesco, padre Lewis ha infine chiesto preghiere per «l’avanzamento delle missioni e della visione dell’università» assicurando al contempo orazioni perché il Pontefice argentino abbia sempre, nel suo ministero, «il coraggio e la tenerezza di Gesù»: «il coraggio di dire ciò che va detto e la tenerezza di incoraggiare la riforma e di riconciliarci in mezzo ai nostri peccati».