Mozambico

Alcune donne stendono i panni ad asciugare nel fatiscente cortile di un enorme albergo abbandonato. Siamo nel Grand Hotel di Beira, seconda maggiore città del Mozambico, sulle coste dell’Oceano Indiano, che è oggi uno dei ritratti della povertà e della desolazione sempre più diffuse nel Paese. Costruito negli anni ’50 dai colonialisti portoghesi, divenuto poi base militare negli anni della Guerra civile, lo “scheletro” di questo ex albergo ospita ancora circa 4.000 senza tetto, in condizioni estremamente precarie dal punto di vista igienico-sanitario e alimentare.
Il Mozambico è tra gli ultimi 20 Paesi al mondo nell’Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite e circa due terzi dei 33 milioni di abitanti vivono sotto la soglia di povertà. Una situazione drammatica, che avvilisce le speranze dei tanti giovani mozambicani, a cui fa da contraltare l’enorme ricchezza di risorse naturali del territorio. Il Mozambico è il terzo maggiore detentore di riserve accertate di gas naturale in Africa dopo Nigeria e Algeria, a testimonianza delle contraddizioni di un Paese dove le ricchezze non portano beneficio alla popolazione. Le ricchezze, paradossalmente, diventano anzi fonte di ulteriore sofferenza e instabilità. È il caso della provincia settentrionale di Capo Delgado, dal 2017 in balia di violenze jihadiste che hanno causato centinaia di migliaia di sfollati.
Ma il Mozambico rischia oggi di scivolare in una più profonda spirale di crisi. Sono almeno 11 i morti e 50 i feriti nei disordini dopo le contestate elezioni dello scorso 9 ottobre, che nonostante le aspirazioni dei tanti giovani mozambicani per il cambiamento hanno visto assegnata la vittoria al partito Frelimo, da 49 anni al potere, tra denunce di brogli da parte dell’opposizione e gli osservatori internazionali. Anche i vescovi del Mozambico hanno condannato le violenze — tra cui le uccisioni di Elvino Dias e Paulo Guambe, avvocato e politico del partito Podemos all’opposizione — osservando che i giovani sono una ricchezza del Paese e rinnovando l’impegno per «una società più democratica, inclusiva, giusta e fraterna, in cui tutti debbano vivere in pace, con dignità e un futuro». (valerio palombaro)