· Città del Vaticano ·

La reazione delle Nazioni Unite: una «decisione oltraggiosa»

Israele mette al bando l’Unrwa

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu speaks at the opening of the 25th Knesset session marking ...
29 ottobre 2024

Beirut , 29. La notizia, che era nell’aria già dalle prime ore della mattina, è arrivata nella serata di ieri. Il parlamento israeliano, con 92 voti favorevoli e 10 contrari, ha approvato una legge che vieta all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) di lavorare in Israele e nei territori palestinesi occupati — Gaza, Gerusalemme Est e Cisgiordania —, nonostante le obiezioni espresse in via preventiva da parte degli Stati Uniti e molti Paesi occidentali. È passato al vaglio della Knesset anche un secondo testo — 87 voti favorevoli, 9 contrari —, in base al quale Israele romperà tutti i legami con l’agenzia, le autorità non collaboreranno con essa e non avrà diritto alle concessioni di cui ha goduto finora.

Una decisione grave, con un notevole impatto politico, oltre che umanitario, che pone Israele in forte contrapposizione con le agenzie dell’Onu operanti nell’area, viste anche accuse rivolte a Unifil nelle settimane scorse. Un atto «oltraggioso», l’ha definito il portavoce dell’Unrwa, Juliette Touma, parlando ad Afp. Questo voto, gli ha fatto eco su x Philippe Lazzarini, il capo dello stesso organismo, «crea un pericoloso precedente», e si configura come l’ultimo episodio di «una campagna in corso per screditare» l’agenzia, nata ancora nel 1949 e al momento principale attore delle operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza. Il divieto stabilito ieri, «aggrava ancor di più la sofferenza dei palestinesi» nel territorio devastato da un anno di guerra, ha aggiunto.

Unanime, o quasi, la condanna a livello internazionale. Irlanda, Spagna, Norvegia e Slovenia hanno emesso un comunicato congiunto per esprimere il proprio disappunto. Anche il Regno Unito ha detto di essere «estremamente preoccupato: questa legge minaccia di rendere impossibile il lavoro essenziale dell’Unwra, mettendo in pericolo tutta la risposta umanitaria internazionale a Gaza», ha denunciato il premier, Keir Starmer. Analoghe condanne da Francia, Germania e altri Paesi, e dall’intera Ue attraverso l’Alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell.

Gli Stati Uniti, nelle ore precedenti il voto alla Knesset, avevano fatto inutilmente pressioni su Israele perché non approvasse la legge. «Siamo profondamente preoccupati per questa proposta e abbiamo invitato a non approvarla», aveva detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, sottolineando «il fondamentale ruolo svolto dall’agenzia nella distribuzione degli aiuti umanitari nell’enclave palestinese». Tra l’altro, la commissione indipendente, presieduta dall’ex ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, e istituita dopo le accuse di Israele ai dipendenti Unrwa di avere legami col terrorismo di Hamas e Jihad islamica, aveva di fatto già a fine aprile smentito che ci fossero prove di tale connivenza.

Sarà da valutare se la decisione avrà ora anche delle ripercussioni sul giudizio relativo all’accusa di genocidio pendente nei confronti di Israele alla Corte internazionale di giustizia. Il Sud Africa ha annunciato intanto di aver presentato alla Corte un fascicolo di «prove» a carico del governo di Benjamin Netanyahu.

Tutto ciò accade quando sul terreno la guerra, nella Striscia e in Libano, prosegue incessante. I funzionari sanitari di Gaza affermano che sono oltre 90 le persone uccise e decine i dispersi in un attacco delle Idf a Beit Lahia, nel nord. In Libano, dove intanto Hezbollah ha nominato il numero due e fondatore del movimento islamista, Naim Qassem — che secondo fonti iraniane riprese da media emiratini si troverebbe ora ospitato a Teheran — come nuovo leader dopo Hassan Nasrallah, sono invece almeno 64 i morti per un raid israeliano nella valle della Bekaa. Razzi dei miliziani contro la Galilea hanno provocato, di contro, un morto e diversi feriti.

Secondo Axios, infine, il capo della Cia, Bill Burns, ha discusso in Qatar una nuova formulazione per un cessate-il-fuoco a Gaza e un accordo sul rilascio degli ostaggi: si tratterebbe di una pausa di 28 giorni nei combattimenti, con Hamas che rilascerebbe circa 8 ostaggi e Israele decine di prigionieri palestinesi.