· Città del Vaticano ·

Il Sinodo dei vescovi
Messa celebrata dal cardinale arcivescovo di México per i partecipanti all’assise

Come un albero piantato accanto al fiume della grazia

 Come un albero piantato accanto al fiume della grazia  QUO-236
17 ottobre 2024

Nell’impegno a vivere e a promuovere la sinodalità nei vari ambiti di responsabilità ecclesiale e sociale, sicuramente le aspettative saranno condizionate dai contesti, ma «dobbiamo ricordare che non ci mancherà certamente l’assistenza dello Spirito Santo». Ha insistito sulla fiducia nell’aiuto divino il cardinale Carlos Aguiar Retes, arcivescovo metropolita di México, nella messa celebrata ieri pomeriggio, mercoledì 16 ottobre, all’altare della Cattedra della basilica di San Pietro, alla presenza dei partecipanti al Sinodo sulla sinodalità.

All’omelia il primate del Messico, riallacciandosi alla prima lettura proposta dalla liturgia, si è soffermato sul «disordine egoistico dell’uomo causa di ogni sorta di cattive azioni». Quindi si è interrogato su «come superare questa attitudine: imparando a lasciarci condurre dallo Spirito Santo» è stata la risposta, i cui frutti sono molteplici: «Amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé».

Rafforzando «la nostra fiducia nell’aiuto divino» sarà dunque possibile «affrontare con speranza le diverse presenze e i comportamenti» che, dentro e fuori la Chiesa, «criticano e ostacolano l’applicazione della vita sinodale nelle nostre comunità ecclesiali». In questo modo, ha rimarcato il porporato, potremo «intervenire e correggere coloro che sono deviati, disorientati o pretenziosi, che si propongono come modello per gli altri, o che esigono fardelli che loro non portano».

«Quanto siamo impegnati a vivere e a promuovere la sinodalità nei nostri ambiti di responsabilità ecclesiale e sociale?» ha chiesto l’arcivescovo della capitale messicana, invitando ad agire con coerenza e a non dubitare che «otterremo i frutti dello Spirito Santo, percependo, attraverso la nostra osservanza, l’intervento divino» spesso sorprendente e più generoso delle previsioni.

Testimoniare l’assistenza divina nella quotidianità delle responsabilità consentirà, ha proseguito, non solo di «riconoscere i benefici dello Spirito Santo negli altri» ma anche di «incoraggiare i membri delle nostre comunità, affinché, di fronte alle difficoltà abituali, come buoni discepoli, non si abbattano lungo il cammino». Così «ci svilupperemo come persone fiduciose nel Signore Gesù», che non si fanno guidare da «criteri mondani»: «Saremo beati, non dubitiamone, come un albero piantato accanto al fiume della grazia, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai» ha concluso Aguiar Retes, augurando a tutti di sperimentare la gioia di confidare sempre in Gesù.

di Lorena Leonardi