· Città del Vaticano ·

Nel briefing il punto sui lavori dell’assemblea

Riflettendo sull’unità e sulle Conferenze episcopali

 Riflettendo sull’unità  e sulle Conferenze episcopali  QUO-235
16 ottobre 2024

L’unità della Chiesa e le competenze delle Conferenze episcopali, in uno stile sempre più sinodale, sono stati tra i temi affrontati, in queste ore, nei lavori in Aula Paolo vi , è stato riferito nel briefing per i giornalisti nella Sala stampa della Santa Sede, iniziato alle 13.30 di oggi, 16 ottobre, e introdotto dal vice direttore Cristiane Murray.

A fare il punto di quanto sta accadendo nell’assemblea sono stati Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione, e Sheila Pires, segretario della Commissione.

Da ieri — i presenti erano 328 — «stiamo discutendo sull’ultima parte dell’Instrumentum laboris e i circoli minori hanno discusso per poter poi presentare oggi da parte dei relatori dei tavoli per lingua una prima proposta di questioni» da affrontare, ha detto Ruffini. E «stamattina — 347 i presenti — ci sono state le relazioni dei relatori dei tavoli delle diverse lingue».

In Aula, ha affermato Ruffini, si è detto che «la Chiesa fin dall’inizio si è riferita alla città, ai luoghi in cui viveva, guidata dal vescovo in un rapporto stretto con il territorio». E anche che «la Chiesa deve abitare il mondo digitale» guardando «ai pericoli che ci sono».

«Dai gruppi è emersa l’attenzione alle parrocchie come luogo di incontro e al ruolo che ancora hanno» ha proseguito Ruffini. «Ma anche la necessità di creare, di essere creativi e di immaginare, di espandere i luoghi della nostra Chiesa in altri ambiti», per esempio proprio quello digitale.

È stata, inoltre, sottolineata «la necessità di individuare e rafforzare le strutture sinodali già in essere, in uno scambio di doni tra le Chiese locali e le Chiese continentali». E «sulle Conferenze episcopali si è detto che favoriscono la communio, ma che forse è ancora necessario definire meglio lo status».

Ruffini ha anche riferito che «si è affrontato il tema dell’opportunità o meno di devolvere competenze dottrinali alle Conferenze episcopali e dell’importanza di scoprire la bellezza delle diverse culture che però non bastano a loro stesse». Inoltre, ha aggiunto, «si è anche parlato delle possibilità delle Conferenze episcopali continentali come il luogo adatto per tessere la sinodalità, a livello continentale» appunto. E «di come valorizzare le Conferenze episcopali come livelli di collegialità intermedia».

Chi ha preso la parola è stato concorde — ha fatto presente il prefetto del Dicastero per la comunicazione — «nel dire di evitare eccessi di burocratizzazione» e nel rilevare «l’importanza di preservare l’unità della Chiesa».

«Si è parlato del ministero del Papa nel tempo di globalizzazione» ha detto Ruffini. «Il Papa come servizio all’unità non solo della Chiesa cattolica, ma anche riguardo agli altri cristiani e come massima autorità morale e spirituale».

Infine «si è parlato dell’interiorità del cuore umano come il primo dei “luoghi”». E «poi si è passati alla identificazione dei temi su cui stiamo discutendo». Nella priorità che è stata data dall’assemblea, si prende le mosse dalle «Conferenze episcopali in chiave sinodale e missionaria: natura teologica, competenze e autorità in ambito dottrinale, liturgico, pastorale, disciplinare, amministrativo».

In sostanza, ci si chiede «come riconfigurare la partecipazione in chiave missionaria in un contesto di cambiamento d’epoca, di fronte ai fenomeni della mobilità umana, nella cultura e nell’ambiente digitale».

E, ancora, «come tenere uniti sinodalità, collegialità e primato; il ruolo della Curia romana alla luce della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium; sinodo universale, assemblee ecclesiali continentali, sinodi e concili particolari».

Ruffini ha fatto presente che, dopo la discussione aperta stamattina, si «andrà avanti poi domani mattina e pomeriggio a parlare di questi temi». E, ha concluso, «gli altri sono: i criteri per definire salutare la decentralizzazione e poi la Chiesa di Chiese, lo scambio di doni, l’articolazione locale universale, la sussidiarietà e le Chiese sui iuris».

Nel suo intervento Sheila Pires ha ripreso le linee proposte da Ruffini, indicando tra le questioni più affrontate in Aula la necessità di preservare l’unità della Chiesa e la possibilità di attribuire competenze dottrinali alle Conferenze episcopali. Rilevando che si è parlato, tra i diversi temi, anche di un’attenzione all’evangelizzazione del mondo della cultura, del prendere atto di essere tutti in terra di missione e del ruolo delle piccole comunità di base che possono rendere le parrocchie più vitali. Con una riflessione sul ruolo del successore di Pietro, proprio in riferimento all’unità.

In conclusione, ha affermato Pires, «il Sinodo ha evidenziato la necessità di adattarsi ai cambiamenti culturali e digitali, promuovendo una Chiesa più sinodale e missionaria: la discussione ha posto l’accento sull’unità della fede e sulla capacità della Chiesa di rispondere alle sfide contemporanee».