· Città del Vaticano ·

Anche ordigni al fosforo nel conflitto in Libano

L’utilità dell’Unifil

Vehicles from he United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL) patrol in Marjayoun in southern ...
15 ottobre 2024

Il duro discorso con cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al termine della festività di Yom Kippur, si è riferito alla funzione svolta dal contingente internazionale dell’ Unifil al confine tra Israele e Libano, sembra confermare l’intenzionalità degli attacchi che l’esercito israeliano ha ripetutamente compiuto negli ultimi giorni contro le postazioni dei militari delle Nazioni Unite.

Dall’altro lato, anche i militari, oltre ai governi mandatari, non hanno lesinato critiche all’operato delle truppe israeliane, individuandone le cause originarie, non solo sul piano politico, ma anche su quello strettamente militare: “non vogliono testimoni scomodi”, hanno riferito alla stampa alcune fonti.

Il report S/2024/548 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu del 12 luglio scorso, redatto sulla base delle informative rilasciate dai comandi dell’Unifil, e sottoscritto dal Segretario Generale, ha come oggetto “L’implementazione della risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di Sicurezza nel periodo 21 febbraio - 20 giugno 2024”. Nel periodo preso in esame, l’Unifil rileva che da entrambe le parti sono stati sparati ben 4572 proiettili, dei quali 1540 dal Libano verso Israele, e 3032 da Israele verso il Libano. Segue un dettagliato elenco delle reciproche operazioni di attacco giorno per giorno, fino a quando al punto 8 del report, si legge: «Unifil ha osservato colpi di artiglieria in cui sono state utilizzate munizioni al fosforo bianco in almeno tre occasioni: il 3 marzo vicino Dayr Amis (Settore ovest), il 3 aprile vicino Ayta al Sha’b (settore ovest) e il 6 giugno vicino Arab al-Luwayzah (Settore est)». L’uso di ordigni al fosforo è funzionale a cagionare incendi che distruggano le coltivazioni — specie di ulivo — dell’area che si estende immediatamente a sud e a nord del fiume Litani, e nell’area circostante la città di Tiro. L’uso del fosforo non è stato mai commentato dall’ Idf (Israeli Defence Force), né smentito. Il report poi continua dedicando il paragrafo 11 alle cosiddette casualties: «Sono state colpite aree residenziali e infrastrutture civili su entrambi i lati della Linea Blu. a maggio e giugno si sono verificati incendi nei campi su entrambi i lati della Linea Blu a seguito di scambi di fuoco. L’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha riferito che, al 13 giugno, ci sono state almeno 95 vittime civili in Libano, tra cui 12 bambini e 30 donne, 3 giornalisti e 21 operatori sanitari, dall’8 ottobre 2023.

Segue una lista di dettaglio tra cui «...il 23 maggio un individuo è stato ucciso e tre bambini sono rimasti feriti a seguito di un attacco ad uno scuolabus a Kafr Dajjal, nel distretto di Nabatiyah, al di fuori dell’area delle operazioni…. È la prima volta dall’inizio della guerra che uno scuolabus viene preso di mira… due paramedici sono stati uccisi in un attacco a Blida, il 22 febbraio; tre in un attacco a un centro di protezione civile a Udaysah, il 3 marzo; ... Il 27 maggio tre persone sono state uccise a seguito di un attacco a una motocicletta vicino all’ingresso di un ospedale a Bint Jubayl (Settore Ovest)».

Al paragrafo 13 il documento riferisce anche delle casualties registrate ai danni di civili a sud della linea blu. I civili israeliani colpiti dagli attacchi di Hizbollah sono stati dieci, di numero assai inferiore a quelli in Libano, tanto per le maggiori capacità di intercettazione quanto per la massiccia evacuazione disposta da Israele ai suoi confini settentrionali. In particolare gli attacchi contro Israele si sono concentrati - riferisce il rapporto - sugli insediamenti nelle alture del Golan, nei pressi di Kela e Yoav, che appartengono ai territori siriani occupati. Il Consiglio di Sicurezza rileva, nel suo documento, l’impotenza della stessa Unifil nell’opera di disarmo delle bande dei miliziani di Hizbollah, di Hamas, e di Jihad Islamica in Libano; attività che spetterebbe secondo le regole d’ingaggio all’esercito libanese, con Unifil in funzione di supporto. Viceversa vengono elencati i numerosi interventi di carattere umanitario e di aiuto alle popolazioni locali.

Un documento, in sintesi, che rappresenta con ragionieristica contabilità tutta la terribile crudeltà di questa guerra.

di Roberto Cetera