
«Oggi esprimiamo anche la vergogna per lo scandalo della divisione dei cristiani, lo scandalo di non dare insieme testimonianza al Signore Gesù. Questo Sinodo è un’opportunità per fare meglio, superando i muri che ancora esistono tra noi». Lo afferma Papa Francesco nell’omelia per la Veglia ecumenica di preghiera svoltasi, nella sera di venerdì 11 ottobre, nel piazzale dei Protomartiri Romani in Vaticano. Erano presenti, in particolare, insieme ai membri del Sinodo anche i delegati fraterni che stanno partecipando ai lavori e rappresentanti ecumenici.
«Unità dei cristiani e sinodalità sono collegate» scrive il Papa nell’omelia, che è stata consegnata, rammentando che proprio l’11 ottobre «ricordiamo l’apertura del Concilio Vaticano ii , che ha segnato l’ingresso ufficiale della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico». L’unità «è una grazia, un dono imprevedibile» tanto che «il vero protagonista è lo Spirito Santo che ci guida verso una maggiore comunione» fa presente Francesco. Un insegnamento «che viene dal processo sinodale è che l’unità è un cammino: matura nel movimento, strada facendo. Cresce nel servizio reciproco, nel dialogo della vita, nella collaborazione di tutti i cristiani».
Inoltre, rilancia il Papa, «l’unità è armonia». Proprio «il Sinodo ci sta aiutando a riscoprire la bellezza della Chiesa nella varietà dei suoi volti. Così l’unità non è uniformità, né frutto di compromessi o di equilibrismi». E conclude: «L’unità dei cristiani è necessaria per la loro testimonianza: l’unità è per la missione», come ricorda con forza «l’ecumenismo del sangue» dei martiri.
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