Alla sudcoreana Han Kang
10 ottobre 2024
«La scrittura di Han Kang procede con alta maestria linguistica, capace di indagare il vuoto di senso e la ricerca di senso che interrogano la vita dei personaggi e la nostra, fino a sciogliersi in frasi brevissime, liriche, quasi degli haiku, dense e misteriose». Così Giulia Alberico, dalle pagine del nostro giornale, definiva la cifra narrativa della scrittrice sudcoreana, cui l’Accademia di Svezia ha conferito — nella mattina di giovedì 10 ottobre — il premio Nobel per la letteratura. Nella motivazione si pone l’accento sull’«intensa prosa poetica» che fa da architrave nello sviluppo dei «traumi storici» e nell’esposizione della «fragilità» della vita umana. Nata a Gwangju il 27 novembre 1970, (figlia d’arte dello scrittore Han Seung-won) dal 2013 insegna scrittura ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati