· Città del Vaticano ·

Intervento della Santa Sede a Varsavia

Per una visione comune
sui diritti umani nell’Osce

People fleeing from Lebanon arrive on the Syrian side of the border with Lebanon in Jdeidat Yabus in ...
01 ottobre 2024

La Santa Sede ritiene che gli Stati che aderiscono all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa debbano «unirsi attorno a una comprensione comune degli impegni dell’Osce nel ‘terzo paniere’ (quello sui diritti umani, ndr), così come sui principi universali dei diritti umani e delle libertà fondamentali che sostengono la dimensione umana». Perché la mancanza di consenso sull’interpretazione dei diritti umani «ha conseguenze anche per la sicurezza e la cooperazione tra gli Stati». Lo ha sottolineato monsignor Richard Allen Gyhra, rappresentante permanente della Santa Sede presso l’Osce, intervenendo alla sessione di apertura della Conferenza sulla dimensione umana, in corso a Varsavia dal 30 settembre all’11 ottobre.

«Se vogliamo ottenere risultati tangibili», ha chiarito il prelato, «è della massima importanza concentrarsi sugli impegni concordati consensualmente della nostra Organizzazione, piuttosto che introdurre concetti che potrebbero rivelarsi divisivi». Ha ricordato che Papa Francesco, parlando al Corpo diplomatico del gennaio scorso, osservava che «negli ultimi decenni sono stati introdotti nuovi diritti che non sono del tutto coerenti con quelli originariamente definiti né sempre accettabili. Hanno portato a casi di colonizzazione ideologica» che «risultano dannosi e creano divisioni tra gli Stati, piuttosto che promuovere la pace». Il mancato raggiungimento del consenso sul “terzo paniere” di Helsinky, per monsignor Gyhra, riflette «disaccordi più sostanziali sulla stessa comprensione o interpretazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali».