Nel saluto del cardinale segretario generale Mario Grech
Un primo punto è la preghiera, senza questa i cambiamenti nella Chiesa sono in realtà “cambiamenti di gruppo”. Poi l’affidamento alla Madonna, senza la quale la Chiesa «sarebbe ciò che purtroppo a molti sembra essere: nient’altro che un’organizzazione». Il cardinale Mario Grech unisce in rapida sequenza due citazioni dal contenuto simile — la prima del Papa, la seconda tratta da un documento dei vescovi tedeschi del ’79 — per fa risaltare un senso e un modello da tenere presenti con chiarezza alla vigilia della seconda assise sulla sinodalità che prende il via dopodomani, 2 ottobre.
Il cardinale segretario generale del Sinodo prende la parola durante la prima delle due mattinate del ritiro che coinvolgono, oggi e domani, i partecipanti alla seconda riunione sulla sinodalità. «Protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo» e se non c’è «non ci sarà Sinodo» ripete il porporato con le parole di Francesco di qualche anno fa. La consapevolezza deve essere quella che ebbe Mosè davanti al roveto ardente, l’umiltà di sapersi su un “suolo sacro”.
Mosè che si toglie i calzari, spiega il cardinale Grech, è l’immagine di una spoliazione che anche i partecipanti al Sinodo sono chiamati a fare. «Ci spogliamo — afferma — da “abiti”, approcci e schemi che magari avevano significato ieri, ma oggi sono diventati un peso per la missione e mettono a rischio la credibilità della Chiesa (…) Dobbiamo essere disposti a spogliarci, poiché l’ascolto è una azione radicale di spoliazione di fronte all’altro e di fronte a Dio». Nonostante arriviamo «da varie Chiese locali tutte con le loro ricchezze, tutte con le loro sfide, tutte impegnate per rinnovarsi e per trovare nuove vie e un nuovo linguaggio per parlare di Gesù agli uomini e alle donne di oggi», in questi giorni, osserva il segretario generale del Sinodo, «siamo “seduti insieme” per conservare i beni della Chiesa attraverso un’eredità indivisa da condividere con tutti, nessuno escluso».
In quest’ottica — di condivisione e reciproca accoglienza di punti vista e sensibilità — matura la proposta del cardinale Grech di affidare la seconda sessione alla protezione della Madonna. «Maria è la Vergine in ascolto, che accoglie la Parola di Dio con fede; e questa fu per lei premessa e via alla maternità divina»: in questo caso la citazione è tratta dalla Marialis Cultus di Paolo vi. E dal documento dei vescovi tedeschi del ’79 il cardinale Grech trae un passaggio che riecheggia quanto detto da Papa Francesco sull’aereo di ritorno dal Belgio, durante la conferenza stampa con i giornalisti, sul tema della superiorità della donna nella Chiesa. La Madre di Gesù, affermano i vescovi, «pone il vero atto costitutivo della Chiesa; tutto ciò che è venuto successivamente, il ministero apostolico, i sacramenti, l’invio in missione nel mondo, presuppone questo fondamento mariano».
L’auspicio del segretario generale del Sinodo è che l’Assemblea sinodale che si inaugura il 2 ottobre sia quella «terra buona nella quale la Parola di Dio può portare frutto abbondante». Durante il mese, che è dedicato a Maria, l’invito è a pregare con assiduità il rosario durante i lavori sinodali. A tutti i partecipanti verrà data «una corona, perché questa preghiera possa accompagnarci nel cammino di questi giorni» attraverso quell’«incessante ruminare la Parola di Dio» che il rosario stesso propone, «un’invocazione che non si stanca di “bussare” alla porta». I misteri di questa preghiera, osserva il cardinale Grech, attraversando la vita di Gesù aiutano a rimetterlo al centro e «a generarlo al mondo. Con il rosario impariamo, come Maria, ad essere discepoli e discepole del Signore». Dunque, conclude il porporato, «l’Assemblea sinodale che inizia oggi il suo percorso sia una rinnovata Pentecoste, affinché il Vangelo di Gesù possa continuare a fecondare la vita dell’intera umanità e possiamo essere una Chiesa sinodale e missionaria».
di Alessandro De Carolis