
Temperature sempre più elevate, siccità sempre più lunghe, tempeste sempre più violente, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento dei mari sempre più incalzanti. Il cambiamento climatico, sul quale la scienza mette in guardia da oltre 50 anni, è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti.
Il delicato equilibrio ambientale che rende la natura così splendente e le sue risorse così abbondanti è stato spezzato e l’umanità è ora costretta a fare i conti con le violente ed incontrollabili reazioni del pianeta. Molti amano dire che dobbiamo tutti impegnarci a difendere la natura, ma purtroppo la drammatica verità è che a questo punto siamo noi a doverci difendere dalle sue poderose arrabbiature!
Di fronte alla più grande e più pericolosa crisi di sempre, ci siamo resi conto di avere un unico pianeta come casa di tutti e di avere un comune destino come famiglia umana. Alla temperatura del pianeta non può essere impedito di attraversare i confini di uno stato né può essere negato il permesso di soggiorno. Se il futuro climatico verrà compromesso sarà per tutti gli uomini di questa e delle future generazioni, nessuno escluso.
Purtroppo però questo non significa che la crisi climatica viene e verrà vissuta da tutti allo stesso modo. Come i poveri sanno molto bene, le conseguenze del male tendono sempre a produrre altro male e solo noi possiamo fermare questa spirale negativa rispondendo al male con il bene!
I 20 paesi più industrializzati e ricchi del pianeta sono responsabili da soli dell’80% del riscaldamento globale, ma per quanto anche nei loro territori si registrino effetti devastanti del cambiamento climatico, non sono certo loro a pagare il prezzo più alto. Come Papa Francesco ci ha spiegato chiaramente nell’enciclica Laudato si’: «Esiste un’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta ( ls 16); … Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risorse forestali… Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie ( ls 25)».
Se già fa bollire il sangue nelle vene il pensiero di 21 milioni di persone povere (dati onu ) che, a causa di un clima reso invivibile dall’inquinamento dei paesi ricchi, sono costrette ogni anno ad abbandonare tutto — casa, famiglia, paese natale, lingua, cultura… —, la rabbia si fa sgomento quando si sente dire da questi opulenti signori che la colpa sarebbe dei poveri e dei loro troppi figli.
Ma come si può arrivare a tanto?! Davvero qualcuno può credere che la soluzione alla crisi climatica sia una popolazione meno numerosa? Questo pianeta può sopportare una popolazione anche due volte più grande di quella attuale. Quello che invece non può sopportare sono i 2.781 miliardari che sfruttando il pianeta in modo dissennato, hanno finito per accumulare una ricchezza che né loro né i loro discendenti riusciranno mai a spendere. Questo sì che è un atto criminale, non quello di dare alla vita un figlio!
Questa paradossale accusa dei ricchi ai poveri non è altro che un modo per nascondere la realtà di un mondo nel quale il denaro è diventato l’unico dio, fino al punto che nel suo nome siamo diventati indifferenti alla sofferenza straziante dei nostri fratelli. La sofferenza dei poveri però è un grido che ha dalla sua parte la forza della storia. Infatti è solo ascoltando il grido dei poveri che si potrà rispondere al grido della Terra.
di Pierluigi Sassi *
* Presidente di Earth day Italia