Un gesto di carità, quella che si riceve e quella che si dona, ha chiuso la visita di meno di 8 ore del Papa in Lussemburgo, ultimo atto ieri prima di trasferirsi in Belgio per la prosecuzione del viaggio apostolico al centro dell’Europa, 46° del pontificato.
Sotto le volte affrescate della cattedrale di Notre-Dame, dinanzi allo sguardo della Madonna consolazione degli afflitti, la statua della Vergine venerata come “Nostra Signora del Lussemburgo”, il Pontefice ha incontrato nel pomeriggio la comunità cattolica del Paese. Un incontro raccolto, scandito da preghiere, testimonianze, canti, che si è concluso con l’annuncio del cardinale Jean-Claude Hollerich di un dono da parte dei fedeli per l’Elemosineria Apostolica di circa 150 mila euro. Francesco ha deciso però di regalare a sua volta la somma ricevuta alla locale Caritas, dedita a ogni tipo di servizio (dai pasti a domicilio ai servizi sociali locali), ma soprattutto all’accoglienza e assistenza degli immigrati e rifugiati che chiedono asilo politico al Lussemburgo.
La realtà caritativa vive un periodo di profonda difficoltà a causa di uno scandalo finanziario che, a causa di frodi e malversazioni, ha portato via dai suoi conti milioni di euro e costretto ad annullare circa 60 progetti di aiuti internazionali in alcune delle regioni più vulnerabili del mondo. Mentre si discute sul futuro della stessa organizzazione (all’arrivo del Papa alla Maison du Gran-Duc alcuni cartelli in piazza invocavano dal Pontefice un aiuto a non chiudere la Fondazione Caritas), Francesco ha voluto quindi compiere un gesto di vicinanza. Per la Caritas stessa, certo, ma soprattutto per la gente che essa assiste. «Io — ha affermato parlando a braccio, dopo l’annuncio di Hollerich — ho detto al signor cardinale se fosse una cosa brutta che questo che mi hanno regalato — le tasche sono piene, no? — lo darò per la Caritas, qui, per i migranti, per la gente che bussa alla porta qui e così io faccio anche un gesto di vicinanza ai più poveri. E lui mi ha detto di sì. Così io lo lascerò a lui».
Un applauso ha accolto le parole del Papa. Uno dei tanti che hanno scandito l’intero appuntamento, sempre composti e mai esplosivi, i quali hanno comunque restituito la «gioia» — quella che Francesco ha indicato nel suo discorso come una delle caratteristiche del cristiano — dei credenti del Lussemburgo di avere tra loro il Vescovo di Roma.
Si è sentito anche qualche grido, a metà tra lo stupore e la contentezza, all’arrivo del Papa davanti alla cattedrale sotto una pioggia copiosa, insistente, che ha bagnato fino a dentro le scarpe le persone assiepate dietro le transenne, premunite di ombrelli e mantelline. Anche da parte loro, un inusuale silenzio durante l’attesa del corteo papale, interrotto solo dal coro di un gruppo di ragazze spagnole della comunità di Schoenstatt: «Esta es la juventud del Papa». Il famoso grido che accompagnava gli eventi di Giovanni Paolo ii .
Il ricordo di Papa Wojtyła è tornato pure con l’immancabile “Jesus Christ you are my life”, inno di Gmg e altri appuntamenti giovanili, che ha fatto da sottofondo al passaggio di Francesco nella navata centrale. Un percorso “a tappe” tra regali, baciamano, saluti, benedizioni, soprattutto ai malati e disabili in sedia a rotelle e a due suore, con le quali il Pontefice è rimasto a parlare per alcuni istanti. In prima fila, tra i presenti, il granduca Enrico di Lussemburgo e la consorte Maria Teresa.
Ad animare l’intero appuntamento è stato un breve spettacolo del Gruppo “Laudato si’”: adulti, giovani e alcuni bambini hanno messo in scena con la musica e la danza il rapporto di san Francesco con alberi, animali, fiori, cielo e stelle. Il suo amore, cioè, per il Creato. Quello che il Papa auspica possa riaccendersi anche tra gli abitanti di un’Europa che ne ha dimenticato l’importanza.
Al termine del discorso al Papa è stata portata la piccola statua della Vergine Consolatrice degli afflitti, davanti alla quale il cardinale Hollerich ha recitato la preghiera di apertura del Giubileo mariano. Quindi Francesco ha deposto una rosa d’oro ai piedi dell’effige mariana, rinnovando l’antico gesto di devozione dei Pontefici alla Vergine.
Da Notre-Dame, dopo un breve affaccio nel piazzale antistante la cattedrale, salutando ancora i gruppi che hanno resistito alla pioggia, Papa Francesco si è recato in auto all’aeroporto internazionale di Lussemburgo/Findel. Una tempesta di vento si è scatenata prima dell’arrivo del Pontefice che, salito a bordo di un velivolo Air Lux, si è congedato da questa terra di ponti, piccola ma centrale nel Vecchio Continente e potenziale modello di accoglienza e convivenza sociale.
dal nostro inviato
Salvatore Cernuzio